Formazione, non sempre funziona, non tutti possono essere formati
Formazione, una parola magica a cui non tutti possono accedere. E’ accaduto con una signora, contabile a Inzago, provincia di Milano. La tipa ha richiesto un corso specifico sull’IVA ed assolve il compito di amministrativa presso un’azienda. Un primo formatore non è andato bene. Licenziato! Un secondo formatore non va bene; licenziato! Il terzo formatore non ci sarà. Argomento chiuso.
Il punto di rottura tra la tipa e il secondo formatore è stata una frase del prof. Quando questi ha detto che l’IVA fa parte di un ragionamento contabile molto più complesso. In particolare è l’internazionalizzazione e il marketing che contano in un’azienda. Quindi la capacità d’agire come controller. Infine l’IVA, considerata come una “spina nel fianco” del sistema contabile. A quel punto la tipa afferma: con queste parole, lei non può insegnarmi nulla sull’imposta valore aggiunto. Il prof si è affrettato a considerare concluso l’incontro. L’esperimento di formazione è stato dichiarato concluso.
Cosa emerge da questa breve considerazione?
Il formatore non è colui che bla..bla..riferisce qualcosa che è scritto. Basta leggerlo! Purtroppo però, spesso non si capisce quello che si legge. Ecco che serve il prof.
E’ prof colui che trova e cerca la via per spiegare un concetto a quella specifica classe. L’insegnante, attraverso diversi percorsi formativi, spiega e avvita il concetto nella sensibilità dei suoi studenti. Non basta solo spiegare quanto è scritto per essere un insegnante. Questo è l’abc per essere un docente. Non basta. Ci sono anche persone, come la tizia in epigrafe, che hanno il cervello spento. Non sanno e non possono imparare più nulla.
Ci sono persone con il cervello spento. E’ un concetto triste. Il riferimento è a eterne bocciate, ormai sterili nella capacità di guardare, capire e sentire. Che triste destino essere morti prima della morte.