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Formazione permanente. Studi del prof Carlini

by Giovanni Carlini
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Formazione permanente come modo per essere sempre vivaci, volendo anche “giovani” (se questo termine volesse dire profondità di pensiero).

Si consiglia a chi volesse vivere intensamente la formazione permanente.

Il corpo segue l’andamento del tempo e le sue prestazioni anche. Resta la brillantezza della mente che ci farà ricordare a chi ci ascolta e legge. Per tenere acceso il cervello, serve una “palestra” e questa è la formazione permanente. Purtroppo l’università costa anche 5mila euro/anno, motivo per cui non è possibile essere permanentemente iscritto. Non resta che essere autodidatta.

Sarebbe troppo intelligente che l’Università applicasse delle tariffe per la formazione permanente. Studenti adulti, non frequentati, che forse si presentano agli esami o seguono occasionalmente le lezioni. Considerare questa fascia di possibili clienti è per le attuali università un fatto troppo complesso; peccato. Chi ci rimette sono loro università perchè incassano di meno. 

A titolo di esempio un caso concreto di formazione permanente.

Come noto sto leggendo con passione (in terza lettura) l’Italia del Seicento di Indro Montanelli. Sistematicamente sto redigendo i riassunti del testo a beneficio di studiosi e ricercatori. Sono giunto a pagina 80 nel capitolo l’Italia e la Guerra dei Trent’anni. Il tema non è particolarmente approfondito nel testo di Montanelli, benché colga 20 pagine. Il motivo è che quella lunga guerra ha coinvolto in forma diretta il centro Europa anziché la periferia mediterranea. Così credevo e mi sono fidato dell’autore.

Passeggiando per la Rizzoli a Milano scopro invece il contrario.

Trovo tre libri qui riportati in copertina.

Il primo Italia 1636 il sepolcro degli eserciti. Mentre il secondo è La Guerra dei Trent’anni di Pantle. Quest’autore afferma che il primo conflitto nella storia dove le persone hanno scritto e lasciato traccia del conflitto è appunto la guerra dei 30anni. In realtà questo concetto l’ho letto per la Prima Guerra mondiale e non credevo di ritrovarlo nel Seicento.

Non è finita. A lato dei due testi trovo: Pomodori, tabacco e batteri, come Cristoforo Colombo ha cambiato il mondo in cui viviamo. Si tratta di un argomento specifico che ha trattato Montanelli nel capitolo “Altro Occidente” qui ampiamente commentato.

Posso non approfondire questi testi ad integrazione e ampliamento di quando stavo già studiando?

Ecco come la formazione permanente diventa reale, da un libro passiamo a 4 con estrema disinvoltura.

Buona lettura.

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