Flax tax da interdersi una buona idea ridimensionando le spese statali. Spiegando meglio il concetto è semplice: meno tasse per meno spese.
Flax tax come idea valida a patto che il confronto sia tra le entrate e le uscite. Ecco il punto critico dell’intero argomento solitamente dimenticato da tutti. L’attuale critica alla flax tax presuppone che le correnti spese dello Stato restino a questo livello. Non è vero. Si impone una sfoltita importante al carico d’impegni di spesa pubblica. Un esempio? semplice! Uno studente e si intende 1 solo, costa alla comunità 6.500 euro/anno. Tradotto in altri termini, una sola classe di 20 allievi ha un carico d’investimenti sostenuti da tutti noi, pari a 20 per 6.500 il che vuol dire 130mila euro investiti. In realtà va considerato anche un altro parametro spesso dimenticato.
Sapendo che i 6.500 euro per studente sono per singolo anno, non è vero che una classe di quinta ragioneria vale solo 130.000 euro. Per essere in quinta sono stati investiti 13 anni tra elementari e superiori. Ne consegue che una sola classe vale di più di 130mila. Considerando tutti i conteggi abbiamo 20 studenti per 6.500 (costo annuo sostenuto dalla collettività) per 13 (gli anni di studi per giungere alla quinta). Il risultato è stupefacente: 1.690.000 euro. Ecco il valore in capitale investito di una quinta che fra qualche mese sosterrà l’esame di maturità.
Quante famiglie e studenti italiani sono coscienti di queste dimensioni tra il ricevuto e il pagato come tasse? La Flax tax va a correggere un errore di comunicazione enorme! Le famiglie non possono pretendere di ricevere formazione gratis dallo Stato ai figli per 6.500 euro/anno pagando si e no 150 euro di bollettini postali alla scuola. E’ pur vero che i testi di studio costano intorno ai 250-350 euro. Pur considerando questa spesa resta un “baratro” tra il ricevuto e il pagato che mina la stessa democrazia. Ecco perchè la flax tax è un’idea sana.