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Fase svedese1 il re di Svezia pasticcione. Prof Carlini

by Giovanni Carlini
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Fase svedese1 la trasformazione del conflitto. Nelle fasi precedenti, afferma l’autore del libro, Christian Pantle a pagina 56, il conflitto era civile e tra tedeschi. Citazione: (..) un conflitto civile fra tedeschi, del quale la fallita invasione danese aveva costituito soltanto un intermezzo. Ora, invece, s’internazionalizzava. La Germania, già malconcia divenne una pedina in mano ad altre potenze. (..) Stiamo per addentrarci nel periodo che farà della Guerra dei Trent’anni l’evento traumatico rimasto profondamente impresso nella memoria collettiva dei tedeschi. 

L’autore della trasformazione, come già detto fu il re di Svezia. Il suo nome come noto fu Gustavo Adolfo II°.

Il soggetto, re di Svezia fu un vero guerrafondaio. Ciò rappresentò un vero disastro per la Svezia. La mortalità maschile svedese conobbe il suo punto più elevato di tutta la storia. Le campagne militari di Adolfo furono sia vittoriose come perdenti. Lottò contro la Danimarca, la Russia e la Polonia. Perdette con i danesi e vinse contro i russi e polacchi. A corto di nemici e battaglie, chiese ed ottenne dalla dieta svedese l’autorizzazione a proteggere i protestanti di Germania.

Oggi si potrebbe paragonare la missione d’Adolfo in Germania come un “intervento umanitario”.

Ecco come e quanto le parole celano sempre la realtà.

Questo pasticcione guerrafondaio, vero accidente per l’intera Svezia, il 6 luglio 1930 si presentò davanti all’isola di Usedom per invaderla con 13.000 soldati. Per avere un’idea dell’area e della località costiera di Peenemunde (famosa nel secondo conflitto mondiale) pregasi apprezzare la mappa allegata.

Contemporaneamente allo sbarco dell’Adolfo svedese va considerato un altro aspetto di grande importanza.

I nobili tedeschi, riuniti a Ratisbona sempre in quel luglio del 1630, chiesero e ottennero il licenziamento di Wallenstein da parte dell’Imperatore. La questione fu tutta d’invidia per i nobili tedeschi che invocarono il rispetto della “libertà tedesca”. Tale libertà, in sostanza, consentiva il privilegio ai nobili di fare tutto e il suo contrario. Ecco come un concetto “nobile” fu spacciato per giustificare l’anarchia più totale. 

Peccato che l’Imperatore Ferdinando ci credette, liquidando Wallenstein.

La conseguenza fu che di 2 eserciti, ora ai cattolici ne restò solo uno!

Il 71enne Tilly procedette al licenziamento dei 3/4 delle forze di Wallenstein incorporandone la parte migliore. Di fatto, al netto di quest’operazione di riorganizzazione, l’Adolfo svedese sbarcò indisturbato. Termina qui la fase svedese1 proseguendo.

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