Fase svedese, la terza delle quattro in cui s’articola la Guerra dei Trent’anni. (Coraggio che stiamo arrivando alla fine di questa lunga serie di studi per capire di più. Studi che spiegano la natura pagana della “fede” protestante. Non è stato fatto apposta, la conclusione sulla povertà di spirito della “fede” protestante emerge dal semplice studio dei fatti).
Nel mentre della pace con la Danimarca, l’Imperatore Ferdinando svela la sua natura “gesuita”. Giustamente, agli occhi della storia e per senso morale chiede e impone la cancellazione di 77 anni di furti ai danni della Chiesa.
Nel trattato di Pace di Augusta (1555) si statuì di rispettare i beni della Chiesa alla data del 1552. L’imperatore volle applicare questa regola.
Coloro che avevano commesso furto ai danni della Chiesa tra il 1552 e il 1629, avrebbero dovuto subire l’esproprio (77 anni di ruberie).
Legalmente il concetto era ineccepibile e fu chiamato EDITTO DI RESTITUZIONE.
In soldoni si trattò di 500 possedimenti conventuali, 13 vescovadi, 14 grandi monasteri e 2 città: Brema e Magdeburgo.
Oltre alla restituzione fu messa al bando la “fede” calvinista con annesso sequestro delle proprietà.
I conti tedeschi, reagendo all’editto di restituzione, chiesero aiuto alla Svezia. Il re di Svezia Gustavo II Adolfo entrò quindi nel contesto dello scontro aprendo la fase svedese.
Purtroppo, e questo è un difetto del testo di Christian Pantle, esattamente a questo punto del suo libro entrano in scena i racconti monografici!
Sarebbe stato più intelligente proseguire la narrazione del conflitto e successivamente entrare nel biografico. Così non è e ciò complica la lettura del testo.
Nel dettaglio l’autore introduce, spezzando la narrazione storica, i suoi due protagonisti. Avendo trovato il diario di queste persone, la storia della guerra è vissuta anche dal lato di chi l’ha combattuta e chi l’ha sofferta. Ecco l’originalità del testo rispetto agli altri.
I dettagli contenuti tra pagina 33 e 48 sono riferiti principalmente al soldato di ventura Hagendorf. Solo le ultime 3 pagine introducono il monaco benedettino Maurus Friesenegger.