Home CULTURA E SOCIETÀCRISI DELLA GLOBALIZZAZIONE E POLITICAPolmonite cinese Fase 2 da polmonite cinese quanto non si vuole dire.

Fase 2 da polmonite cinese quanto non si vuole dire.

by Giovanni Carlini
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Fase 2 da pandemia di polmonite cinese alla partenza già domani lunedì 27 aprile. Da parte di molti c’è freddezza sull’argomento.

Essere freddi sulla ri-partenza non vuol dire essere scansafatiche e poltroni ma avere un’altra percezione nello schema dei valori.

Valori dove al primo posto c’è la vita e la salute al posto del reddito.

Gente come il segretario di Federlegno (della Confindustria quindi espressione di una parte del mondo economico) in TV si esprime con “abbiamo perso troppo tempo“.

Finché ci sono in giro persone che considerato gli ultimi 2 mesi “una perdita di tempo” con 26.500 morti, è difficile trovarsi in accordo.

Al di là delle polemiche nel se sia più importante la VITA o quattro soldi in tasca, il Governo ancora non si è espresso su un fatto cruciale.

Onestamente l’informazione più importante per aprire la fase 2 da polmonite cinese non è la data ma qual’è la tolleranza accettata.

Fase 2 aperta vuol dire che accettiamo/tolleriamo un plafond di malati e morti pari a?…..

Ecco la domanda fondamentale che ancora non è stata neppure posta e a cui non c’è risposta.

Che la fase 2 sia un fallimento o un successo non lo può dire nessuno SE non viene stabilito il livello base d’accettabilità tra morti/malati.

Ecco il motivo per cui tutto tace.

Il punto è non stabilire alcun parametro per indicare se la fase 2 sia un successo o un fallimento.

Ci possiamo fidare di gente che non è stata eletta per svolgere il ruolo di Capo del Governo giocando al successo senza indicarne i parametri?

Di taglio completamente diverso il Presidente degli Stati Uniti che ha dichiarato: se restiamo sotto i 100mila morti vuol dire che ci è andata bene.

Tradotto in anno elettorale, Trump si considera “bravo” se la sua gestione riesce a tenere sotto un certo livello la mortalità da polmonite cinese.

L’Italia si merita quello che può, compreso una lunga serie di gente che, non votata da nessuno, occupa il ruolo di “Capo” (Monti, Renzi e Conte)

Il problema italiano resta istituzionale.

La carenza di un livello adeguato del Governo è ancora una volta confermata da questi mezzucci del “speriamo che me la cavo”.

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