Fallimento per uno Stato significa non capacità di restituzione del debito contratto con i sottoscrittori. Tradotto in termini pratici sospensione del pagamento degli interessi o del rimborso a scadenza dei titoli pubblici. Quest’evento per uno Stato vuol dire che è fallito.
L’Argentina ha già vissuto questa esperienza nel 2001 e un mese fa (secondo fallimento del maggio 2020). La Grecia nel 2013 è fallita. Il Libano è fallito 2 settimane fa. L’Italia ci sta dentro a pieno titolo.
Perchè siamo al fallimento della Repubblica italiana per eccesso di debito?
In dottrina s’afferma che quando il debito pubblico supera il 150% l’onere del pagamento degli interessi è tale da non consentire più il rimborso del capitale. Certamente l’esito fallimentare dipende dal tipo d’interessi pagati sul debito pubblico. Non a caso gli interessi sul debito pubblico sono “ridicoli”, ovvero molto, ma molto e molto bassi rispetto al rischio che rappresentano.
Che cosa vuol dire indebitamento sul PIL?
Qui è saggio spiegarsi con un esempio.
Ammettendo d’avere uno stipendio di 1.000 euro al mese, spenderne 1.370 vuol dire essere indebitati al 137%. Se il guadagno è 1.000 la spesa dovrebbe essere altrettanto, ma questo non accade agli Stati. L’Italia spende 25 miliardi/mese. Quindi spendere 1.550 con uno stipendio di soli mille euro, riprendendo l’esempio precedente, espone a un’indebitamento sulle entrate al 155%.
Chiarito il meccanismo di calcolo si passi ora al PIL.
Nel 1992 la Ue chiese, unitamente ad altri aspetti economici per entrare nell’area “moneta comune”, un indebitamento sul PIL al 60%.
Significa che su 1.000 di PIL, 600 sono per ripagare il debito e 400 per spesa libera. L’Italia già allora era al 120% ma con la promessa che in 20 anni sarebbe rientrata dall’eccesso di debito.
A marzo 2018, sotto elezioni, la Banca d’Italia ci comunicò che l’indebitamento sul PIL era al 134,7%
Due anni di governo gestito dal non eletto da nessuno, avvocato Giuseppe Conte (quindi privo di legittimità politica) a gennaio 2020, Intrastat conferma l’indebitamento italiano al 137,4%. Intrastat è l’organo di statistica dell’Unione Europea. Si noti come l’attuale governo sia passato dal 134 del 2018 al 137 del 2020 nel solo mese di gennaio.
Oggi, giugno 2020 l’indebitamento sul PIL oscilla tra il 155 e il 160%.
In ambito internazionale si ritiene che fino all’autunno l’Italia sarà ancora solvibile.
Ecco perché si ragiona sul fallimento della Repubblica Italiana per eccesso di debito.
Si ringrazia per le grafiche esposte a completamento del concetto. La fonte non si rammenta avendo svolto molte ricerche sul tema. E’ possibile che l’origine sia il quotidiano economico italiano Il Sole 24 ore. Questo ringraziamento riguarda sia l’immagine di copertina sia quella nel testo. Grazie.