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Exoriare aliquis nostris ex ossibus ultor – Sigmund Freud

by Giovanni Carlini
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Exoriare aliquis nostris ex ossibus ultor. Psicopatologia della vita quotidiana – 1901. Testo di Sigmund Freud. Riassunto dei primi 2 capitoli.

Exoriare aliquis nostris ex ossibus ultor è una frase famosa nella storia. Virgilio la riconobbe a Didone affidando ai posteri la vendetta contro Enea. La traduzione è: sorga qualcuno dalle nostra ossa come vendicatore. La citazione trova posto nel testo Psicopatologia della vita quotidiana di Freud. I primi 2 capitoli ruotano intorno alla dimenticanza. E’ normale scordare il nome di qualcuno? Freud dice di NO.

Non è normale. Solitamente dimenticare un nome è la risultante di un processo mentale di selezione. Tale procedura è comune sia ai sani sia ai malati. Il meccanismo è lo stesso. La differenza è solo nell’intensità del fenomeno. Occasionale per i sani, sistematica per i malati. (Oddio allora non c’è speranza per me!).

Più nel dettaglio, Freud nei primi 2 capitoli distingue 2 casi. Il caso Signorelli. L’esempio di aliquis.

Il caso Signorelli 

Signorelli è il pittore che affrescò il duomo di Orvieto. Freud non seppe ricordarne il nome in una conversazione. Si è quindi chiesto il perchè. Attraverso una serie di collegamenti lo ha capito. Un suo paziente si era appena suicidato perchè sessualmente impotente. Mentre era in viaggio con altri, Freud parlò dei turchi europei e delle loro caratteristiche. Per i turchi la tensione erotica era in cima alle loro istanze per la vita. L’assenza di stimolo sessuale avrebbe portato alla fine della vita. Collegando il suicidio del paziente alla non voglia di vita dei turchi in assenza di erotismo, Freud dimentica il nome di Signorelli. Dal fatto, lo psicanalista conclude in 4 punti.

1 – bisogna avere una precedente predisposizione a dimenticare;

2 – dev’esserci in atto un processo repressivo di cattivi ricordi;

3 – va ricercata un’associazione esteriore tra il nome e l’atto represso;

4- non tutte le dimenticanze sono così descrivibili.

Exoriare aliquis nostris ex ossibus ultor

Un compagno di viaggio di Freud si lamenta che la sua razza non è adeguatamente riconosciuta. Cerca di citare una frase famosa, ma non ci riesce. Chiede quindi aiuto allo psicanalista. Exoriare aliquis nostris ex ossibus ultor, rinvia ai posteri la vendetta. Il viaggiatore di Freud però sta attendendo da una signora di Napoli l’arrivo delle mestruazioni. Questo liberebbe i giovani dal bisogno di matrimonio. La contraddizione tra il non volere un figlio e affidarsi ai posteri per la vendetta porta, a dimenticare le parole. La parola non ricordata fu “aliquis”.

Freud va capito più che giudicato 

I 2 casi di studio portano a considerare Freud un maniaco sessuale. E’ vero. Lo era. Detto questo si può chiudere la polemica.

In realtà Sigmund Freud è stato reduce da 2mila anni di criminalizzazione della sessualità. La sua reazione estrema è appunto un REAGIRE. Le esagerazioni di Freud vanno lette in quest’ottica. Certamente è vero però che la sessualità è una forma d’energia. Troppo spesso noi confondiamo la sessualità con il sesso. Al contrario la sessualità è uno stato latente del nostro vivere che ci da energia pulita e nuova per vivere. 

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