Equazione dei salari e dei prezzi rappresentano le due curve necessarie per trovare l’equilibrio di mercato. Il loro punto di contatto, proiettato sull’ascissa indica “un” ovvero il tasso naturale di disoccupazione.
Pregasi osservare la grafica 1 appositamente predisposta per questo studio:
Si notino le due curve espresse con colori diversi. Il tutto si muove in uno spazio cartesiano delimitato dal tasso di disoccupazione in ascissa e il salario reale in ordinata.
L’ordinata, come già detto, esprime il salario reale. Si rammenta che è reale quel salario diviso per i Prezzi. Non solo, lo stesso salario reale è anche uguale a una sorta di “moltiplicatore” quel 1/1+m.
Il simbolo “m” coglie e descrive il RICARICO che il datore di lavoro applica sui salari dei dipendenti. Per RICARICO (gli inglesi lo chiamano markup) s’intende il guadagno che l’imprenditore riceve nello scambio tra lavoro e salario. Solitamente nell’industria manifatturiera il RICARICO è pari a 6-7 anche 8 volte (l’800%).
In termini pratici un netto di 1.000 euro al dipendente, comporta un guadagno sicuro (RICARICO) di circa 7.000 euro per il datore di lavoro. Al di sotto i questi parametri non c’è assunzione. Il RICARICO è calcolata in base alla produttività del lavoro remunerato.
Superato questo argomento ed entrando nel merito del presente studio la domanda è: come si muovono le equazioni?
Pregasi osservare la successione di slide qui preparate:
Ad un primo livello di studio le equazioni salgono o scendono; la realtà è più complessa ma per ora va bene così.
L’equazione WS subisce un movimento al ribasso per le 4 cause indicate nella grafica 3.
Ovviamente al contrario, l’equazione WS sale per le 5 motivazioni indicate.
Analogalmente si ha per l’equazione PS, dei prezzi, visibile nell’ultima slide:
Questo studio serve agli studenti di macroeconomia per semplificare la comprensione del capitolo 7 (o similare) di un normale testo sulla materia. Il titolo del capitolo che tratta simili argomenti è “Il mercato del lavoro”. Buon studio qui ora facilitato.