Epidemia da tatuaggio che colpisce duro almeno qui in America. E’ facile incontrare per strada anche belle donne (solitamente sovrappeso) con un braccio completamente tatuato e l’altro no.
Ovviamente quest’epidemia da “pelle sporca” (vuol dire pelle che non si potrà mai più lavare tornando pulita e originale) non si concentra solo sul braccio si e l’altro no, ma coglie tutti gli arti. Perché siamo giunti a ciò?
Tempo fa la “moda” era indossare un abito che poi va a lavare salvaguardando la bellezza del corpo umano. Probabilmente nei casi più audaci di moda ci sono anche stati capelli dipinti di rosso, arancione o celeste. Comunque tutti “accorgimenti” che con qualche doccia passano e vanno.
Oggi, al contrario, con il tatuaggio SI E’ MARCHIATI A VITA!
Confesso una sorta di ribrezzo (schifo) di fronte a persone abbondantemente/esagertamente tatuate.
Il primo istinto è quello di fare un passo indietro per evitare d’essere come contagiati. Vedo i tatuati come degli appestati. Ovviamente secondo loro “si sentiranno più belli per se stessi e gli altri”. Nessuna di queste persone può immaginare d’essere vista come un appestata.
Assodato che essere tatuati espone al tumore della pelle oltre al ribrezzo di chi ha visuali di pelle naturale e pura, pulita e di sana struttura, non bucherellata a destra e sinistra, perché farlo?
Possiamo pensare al “popolo bue” che segue come un gregge chi per puro esibizionismo si è sporcato la pelle per primo?
Il tatuaggio serve per essere ed apparire in un di più: più rispetto a cosa? Forse la pelle pulita e pura è passato di moda e va tatuata per essere migliore?
In dottrina, nell’ambito delle devianze, si teme che su questa epidemia da tatuaggio non ci sia un perché. E’ un fatto che c’è, passa e va come la moda, che non ha mai un senso e un perché, solo il momento contingente.
Per quanto momentaneo e futile possa essere l’atto del tatuaggio e la sua decisione estetica nel farlo, drammatiche sono le conseguenze in termini sanitari e d’insorgenza del tumore alla pelle. Avremo più morti in età giovanile. Peccato.
La scienza cerca d’allungare la vita e poi basta così poco per abbreviarla.