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Elasticità incrociata cosa ce ne importa? Prof Carlini

by Giovanni Carlini
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Elasticità incrociata come argomento ostico per i nostri studenti.

Immediatamente CHIEDO SCUSA al mondo accademico e ai lettori per aver utilizzato un titolo così discutibile, quasi volgare per affrontare il tema.

Ovviamente c’è un motivo!

Solitamente gli allievi riescono a comprendere il concetto di elasticità, ma TUTTI si fermano su quella incrociata, come se fosse un tabù.

Questo stato di cose, ovvero una conoscenza parziale dell’argomento va smontato, motivo per cui un titolo, allo studio qui pubblicato, definibile “audace” (affinché che si ricorda).

Iniziamo con la definizione del concetto, poi vedremo le interconnessioni e il sistema di calcolo.

Fino ad ora abbiamo sempre discusso come ELASTICITA’ in termini di REAZIONE AL PREZZO DI UN BENE.

CON L’ELASTICITA’ INCROCIATA STUDIAMO LA REATTIVITA’ DEL PREZZO DI UN BENE A QUELLO DI ALTRI BENI; l’esempio è benzina/prezzo delle auto.

E’ indubbio che l’alto costo del carburante deprima il mercato dell’auto o almeno uno dei suoi segmenti come quelle sportive e di grande cilindrata.

L’esempio si estende al prezzo della carne con il pesce o del formaggio con gli insaccati e viceversa.

Evviva abbiamo aperto un mondo, che in realtà è esattamente quello giusto rispetto alle conoscenze precedenti, limitate alla relazione tra singolo prodotto e al suo prezzo.

Passiamo ora alle interrelazioni dopo aver spiegato il concetto.

Essendo incrociata, l’elasticità si confronta tra 2 prodotti (prima era uno solo con il suo prezzo, mi si scusi se sono ridondante richiamando i concetti)

Questa relazione tra un bene e l’altro può riguardare sia beni SUCCEDANEI sia COMPLEMENTARI.

Nel caso di tè e caffè (succedanei) l’aumento di prezzo di uno genera un pari incremento di prezzo dell’altro, ALLORA L’ELASTICITA’ E’ POSITIVA.

Per la benzina e il prezzo delle auto (complementari) è il contrario quindi l’elasticità è NEGATIVA.

Attenzione a un dettaglio. Siamo abituati a considerare il cibo come un bene inelastico al prezzo; ed è vero.

Però la carne che è certamente inelastica al prezzo diventa elastica rispetto al pesce, per cui al crescere del prezzo del “polipo” si eleva anche la “bistecca”.

Ecco una delle sorprese dell’elasticità incrociata alla quale non si è abituati a riflettere.

Ancora su questo dettaglio, si sappia che l’elasticità classica, quella rispetto al prezzo è SEMPRE molto più grande di quella incrociata.

Facendo un esempio, l’elasticità al prezzo della carne è in genere -0,48 mentre con il pesce è pari a +0,01.

Il pesce è sensibile al prezzo al -0,72 ma verso la carne lo è per +0,06.

Passiamo ora al calcolo.

Un prima soluzione riguarda il rapporto tra la variazione % della quantità del bene x sulla variazione % del prezzo di y.

In pratica si osservi questo esempio pur con l’errore di conteggio di 0,2 per 100 che fa 20 e non 0,2 confermando comunque il risultato pari a 2.

Lo stesso errore è anche nel secondo esercizio che dovrebbe essere 500/2000 che conferma in 0,25 l’elasticità incrociata.

calcolo concreto sulla base di una differenza tra un punto e un altro sulla curva di domanda.

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