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Elasticità in microeconomia. L’area di conteggio della reazione della domanda al prezzo

by Giovanni Carlini
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Elasticità in microeconomia. L’area di conteggio della reazione della domanda al prezzo. Probabilmente ultimo articolo della serie dedicata a questo tema. Ulteriori approfondimenti sono possibili per contatto diretto con il docente.

Elasticità in microeconomia ormai senza veli con questi 5 articoli. Ogni successivo livello di approfondimento è gradito e possibile previo contatto diretto con la cattedra. Anche in questo studio la grafica conta più delle parole in quanto quest’ultime sono ampiamente stampate su tutti i testi lasciando però l’utenza a corto di comprensione.

Si osservi per cortesia la grafica numero 10. Qui è contenuto tutto il “segreto” dell’elasticità in microeconomia! 

Il concetto è stato già espresso in altri studi pubblicati in questo sito web sull’elasticità. Merita tornare sull’argomento per chiuderlo definitivamente. Quanto visibile nella grafica 10 è un’area che definisce la SPESA TOTALE ovvero il prezzo per la quantità. Ecco il passaggio necessario per tradurre correttamente il concetto! La spesa totale oppure chiamato ricavo totale (RT) vuol dire moltiplicare il prezzo per la quantità venduta. Una dimensione di questo tipo è “visibile & comprensibile” in termini di area. Ecco il senso della grafica 10.

ESISTE UNA CORRISPONDENZA PRECISA TRA ELASTICITA’ DELLA DOMANDA E DELLA SPESA. Questa corrispondenza è diversa nel caso la domanda sia elastica o anelastica. Mi spiego. 

Nel caso di una domanda anelastica (tratto superiore della curva) la spesa totale si muove nella stessa direzione del prezzo. Quando la domanda è invece elastica, la spesa totale si muove controsenso rispetto al prezzo. Con elasticità unitaria non ci sono variazioni tra spesa e prezzo. Costruendo una tabella emerge la grafica 11.

Nel complesso di questa spiegazione ci troviamo con 4 grafiche: 10 – 11 -12 e 13. La 12 rispiega ancora una volta dove si trova il tratto elastico e quello inelastico, mentre la vera novità rispetto ai precedenti studi qui pubblicati, è la tabella 11. Non è finita, serve focalizzare le diverse elasticità per singola tipologia di bene altrimenti non riusciamo a capire in concreto. Nasce così la tabella 13.

 

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