Elaborazione del lutto. Che vuol dire, chi ha concettualizzato e dato un nome e cognome alla sofferenza affinché sia comprensibile, condivisibile e gestibile? I grandi nomi che hanno saputo studiare e schematizzare l’elaborazione del lutto sono:
- Sigmund Freud che nel 1915 scrisse e pubblicherà nel 1917 “Lutto e malinconia“;
- Erich Lindemann, 1944 autore de “Il lutto e la sua elaborazione“;
- Elisabeth Kubler-Ross, autrice del testo del 1969 dal titolo “La morte e il morire“;
- John Bowlby, scrittore di “Attaccamento e perdita” del 1980.
L’importanza dell’elaborazione concettuale e accademia dell’evento consiste nell’ aver osservato e studiato un fatto per cui oggi è:
a) comprensibile;
b) confrontabile;
c) gestibile.
L’assenza dello studio avrebbe lasciato ancora gli umani nella notte della sofferenza che ci contraddistingue da 50mila anni su questo aspetto.
Chi lavora nel settore e il riferimento corre alle imprese funebri, gli psicologi e tutte le persone d’assistenza e supporto a chi soffre, non possono trascurare questi 4 libri. Significa leggerli, studiarli, capirli, applicarli. La distinzione tra personale preparato e non, è riassumibile in chi ha letto e capito e chi non sa neppure di cosa stiamo parlando, pur lavorandoci dentro.
Entrando nel dettaglio cosa hanno scritto questi studiosi?
Sigmund Freud distinse il lutto e la melanconia (uno stato della mente che può colpire chiunque, ma dal quale se ne esce da soli senza particolare assistenza) dalla depressione (patologica – ovvero una malattia che richiede una cura e l’intervento di un medico). Partendo dalle opportune distinzioni, Frued ritenne l’elaborazione del lutto classificabile in 3 eventi:
a) il diniego;
b) l’accettazione;
c) il successivo distacco dai fatti e la connessa sofferenza.
Intimoriti dal peso e spessore del lavoro svolto da Freud, servì giungere nel 1944 per trovare un nuovo spunto di riflessione nella persona dello psichiatra tedesco-americano Erich Lindemann. Questi sviluppò le prime osservazioni descrittive dell’evento luttuoso osservando il “più grave lutto d’America” fuori dalla dimensione bellica. 500 persone morirono bruciate nel rogo di un locale notturno a Boston il 28 novembre 1942, altre 166 rimasero ustionate.
Elaborazione del lutto prosegue.