Effetto reddito e di sostituzione. Un nuovo modello di spiegazione. Studi di micro.
L’effetto reddito e di sostituzione rappresenta ancora un “osso duro” per tutti i nostri studenti di microeconomia. Grazie a Marco S. mio studente, sono state studiate nuove formule di spiegazione per rendere il concetto ancora più accessibile. Seguendo la nuova traccia di semplificazione, non è stato ovviamente stravolto il ragionamento originale rappresentando comunque un passo in avanti. Purtroppo l’Università non ha tempo, voglia di “avvitare i concetti nella sensibilità degli studenti”, o lo capisci o lo impari! Di fronte a un modello didattico così carente, gli studenti si organizzano per studiare meglio. Ecco che su questa via entra in campo l’esperienza d’insegnamento maturata negli ultimi 30 anni.
Per spiegare l’effetto reddito e di sostituzione sono stati scissi i 2 argomenti. Vediamo l’effetto di sostituzione. Tracciata una normale retta di bilancio (vedi grafico “A”) la si “abbassa” nel senso che in ordinata scende la sua intercetta estendendosi invece sull’ascissa (grafico “B”). La logica è semplice. Fermo restando il reddito Y, la sua distribuzione tra 2 categorie di beni, muta.
Facciamo un esempio per capirsi. Essendo sano, in base al reddito si consuma cibo e farmaci in una certa quantità. Nel grafico A troviamo valori di cibo pari a 70 e farmaci per 15. Ammettiamo che ci si ammali; potrò mangiare come prima? Non credo, anzi, si ridurrà il cibo e aumenterà il consumo di farmaci. Ecco che ci troviamo con una nuova retta di bilancio “più bassa” con l’intercetta in ordinata a 50 e l’ascissa a 35 (grafica “B”)
Con un esempio di questo tipo dovrebbe essere chiaro l’effetto sostituzione. A parità di reddito la spesa si è modificata.
Chiarito il primo passaggio di sostituzione, ora passiamo al reddito. Una modica del reddito aumenta e alza per forza di cose il vincolo di bilancio. In questo caso il vincolo ruota verso destra perchè non è aumentata la massa monetaria a disposizione del consumatore! Non ci troviamo con un Y + “x”, solamente con la riduzione del prezzo di uno dei beni che il consumatore utilizza. In questo secondo caso ammettiamo che sia il bene in ascissa ad essere più economico. Ne consegue che aumenterà il consumo del prodotto (farmaci) che si trovano sull’ascissa. Pregasi osservare la grafica “C”.
Nel caso volessimo considerare entrambi gli effetti sia di sostituzione sia di reddito, non basta “guardare” il grafico; serve un accorgimento! Questo “trucco” (nella vita serve anche questo) consiste nel tirare la parallela alla nuova retta di bilancio a patto però che sia sulla precendente curva d’indifferenza. Ok al trucco, ma rispettando alcuni passaggi! Nasce in questo modo il grafico “D”. In successivi studi ci si accorgerà che questa “parallela” altro non è che il reddito reale a differenza di quello monetario espresso dal nuovo vincolo di bilancio che emerge dalla riduzione dei prezzi, ma andiamo con progressività. Questo aspetto verrà esaminato in seguito.
La parallela ci serve perchè ci offre un punto di calcolo per misurare degli effetti che altrimenti sfuggirebbero. Infatti grazie a questa parallela e al suo punto d’incontro con la vecchia curva d’indifferenza, possiamo misurare l’effetto reddito e di sostituzione. Va sottolineare come ci siano 2 curve d’indifferenza: la u1 e la u2. In corrispondente delle 2 curve d’indifferenza ci sono, ovviamente, 2 vincoli di bilancio (il vecchio 15 in ascissa e 70 di ordinata ) e il nuovo (45,70). Con 2 vincoli di bilancio e 2 curve d’indifferenza, tiriamo la parallela al nuovo vincolo che intercetti la u1. Ecco il segreto! Non avevamo detto che stando sulla stessa curva d’indifferenza l’utilità totale non cambia?
Chi non ha capito alzi la mano!