La crisi sociale dell’euro e quella futura della Ue
L’idea di fondo è semplice: la crisi della moneta europea non si limita a essere solo un aspetto finanziario, ma in realtà colpisce un modo di vivere, quindi è una crisi sociale.
Spiegare un concetto così articolato, in poche righe, è veramente difficile, ma userò degli esempi. Ricordate quanto costava, in lire, un primo piatto al ristorante prima che si adottasse l’euro? Ebbene eravamo sulle 7.000 lire che sono state tradotte in 7 euro.
Berlusconi, in quel periodo chiese un cambio a 1050 lire per 1 euro, ma la coppia Ciampi/Prodi si piegò al volere della Bundesbank per 2.000. Il vero obiettivo in realtà era, oltre a figurare tra i primi a entrare nella moneta unica (aspetto futile) fu quello di dimezzare la capacità di spesa degli italiani e tagliare così un clamoroso debito pubblico, che ci avrebbe portato agli standard del crack argentino del 2001.
Vediamo oggi cosa è accaduto. Il confronto si spiega tra l’area euro e quella del dollaro, dove vivo per 3 mesi all’anno.
Passando da un’università all’altra, da costa a costa, per le mie necessità dormo in una suite all’Hilton dove usufruisco della cucina, tagliando così il costo di ristorazione. Ebbene sapete quanto pago? A seconda della sede, il prezzo oscilla tra gli 80 e i 130 dollari. Parlo di una suite che a Milano costerebbe dai 300 ai 600 euro (alla faccia dei 28 milioni di visitatori previsti per l’Expo 2015) Ovviamente l’Hilton mi dà il parcheggio, un ufficio dove di notte posso lavorare per servire i clienti in Italia mentre sono all’estero; tutto ovviamente compreso. Se volessi andare in un family ristorante, con 6 dollari c’è il menù di carne o per 9 quello di pesce. Il noleggio del monovolume da 3.000 di cilindrata è per 42 dollari al giorno, uno stipendio medio è di 1.200 dollari, una casa la si compra tra i 100/150mila dollari e un’ora d’insegnamento, che in Italia mi viene pagata 24 euro, negli USA viaggia sui 100 dollari.
Gli esempi possono continuare, ma il concetto è chiaro: l’euro è una moneta virtuale per 16 sistemi economici di un club a 27 dotati di 16 idiomi diversi, governi, parlamenti e storia. Il dollaro è per 50 stati (provincie di un impero) che concorrono con 1 presidente, 1 congresso per un ruolo nel mondo. La domanda è: ma i nostri strateghi non ci avevano pensato prima?
Caspita quanta superficialità!
Oggi un piatto di pasta viene venduto a 7/10 euro quando ne costa 5, un magistrato riceve oltre 7.000 euro di stipendio, (14 milioni di lire) un medico tra mutua e studio quasi 9.000 (18 milioni di lire) e un operario 1.200 euro ed il nostro sistema produttivo funziona a lire non in euro. Nel binomio sistema economico e moneta, abbiamo un’economia che produce in lire e una moneta che compete con il dollaro, ovvero abbiamo dollarizzato la lira (quello che scrissi nel 1999). Non fate il confronto economia italiana con l’euro, ma con il dollaro e non vi sembra che sia stonato questo rapporto?
Conclusione: un sistema sociale di faciloneria è al capolinea. Abbiamo troppo ecceduto, spesso, giocato, now the party is over!