E la nostra industria farmaceutica che fine ha fatto? Siamo cresciuti con il mito di una “grande” industria del farmaco in Italia capace di un ruolo nel mondo. Addirittura tra i distretti industriali c’è quello in Emilia Romagna dei presidi medico chirurgici (garze, cerotti e alcool). Tutte belle cose ma poi, alla prova dei fatti, quest’industria che cosa ha saputo fare in era di polmonite da virus cinese?
Ecco il punto, e la nostra industria del farmaco cosa ha saputo fare in pandemia?
Probabilmente abbiamo tutti capito male. Non c’è mai stata una forte, potente e florida industria farmacologica italiana.
Peccato che questa industria abbia però macinato grandi cifre di sostegno pubblico. Tradotto vuol dire che c’è, costa, ma non rende. Ecco colto il nocciolo della questione.
Credo tutti ricordino ancora le baruffe per accogliere a Milano l’agenzia Ue del farmaco in uscita da Londra. In quell’epoca si strillò a destra e manca le lodi di un’industria che francamente alla prova dei fatti non è all’altezza. Perchè ci hanno preso in giro lodando quanto in realtà non merita tutto questo elogio?
Viviamo in un’epoca (quella globalizzata) dove l’elogio serve a coprire ciò che non va.
Quello d’elogiare è il trucco dell’epoca del “politicamente corretto” che cela lo scorretto più totale.
Echeggiano ancora le parole dell’ex e purtroppo attuale ministro della Sanità con “la migliore sanità del mondo”. L’altro giorno lo stesso soggetto se ne esce con “l’ultimo miglio” e siamo in piena terza fase pandemica. Ma qualcuno si rende conto dell’inadeguatezza dei soggetti “responsabili”?
In questi giorni si celebra un certo festival canoro in Liguria. Pare sia “Sanremo”. L’anno scorso, il 2020, lo stop alle attività fu varato immediatamente dopo il festival. In pratica fu ritardata una profilassi di sanità pubblica per garantire l’evento musicale. In un paese di questo tipo che ci vuoi fare?
Si auspica a una commissione d’inchiesta sulla RAI per il Sanremo 2020 e sui fondi ricevuti dall’industria del farmaco italiana negli ultimi anni. Sullo stile di quanto gli americani fecero sull’11 settembre.