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DSA studente con disagio formativo iscritto all’università. Prof Carlini

by Giovanni Carlini
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DSA come studente con problematiche d’apprendimento. Non è nulla di grave, gli alunni con tali problematiche apertamente riscontrate da certificati medici, godono di assistenza dalla scuola.

Tale assistenza, nei casi più impegnativi, richiede l’insegnante di sostegno specifico per lo studente nelle ore a lui più complesse (solitamente matematica, economia etc..)

Il punto è quando il DSA accede all’Università.

In genere la certificazione scolastica viene recepita dall’Ateneo ma non sempre. Ne consegue che abbiamo studenti DSA scolastici che passano normali nel circuito formativo accademico.

Questo scritto emerge da diverse osservazioni svolto negli ultimi 3 anni su 7 casi di studenti DSA a cui non è stata riconosciuto alcun handicap formativo dall’Università.

L’impatto che lo studente riceve nel passaggio da uno standard di studio all’altro è TRAVOLGENTE e molto, ma molto DISTRUTTIVO per l’allievo.

Nello specifico si osserva come nella Scuola pubblica italiana, in realtà l’insegnante di sostegno si limita ad ottenere meno del minimo. In pratica un accenno d’impegno scolastico.

I restanti docenti tendono a considerare uno studente con difficoltà come una “grana” da evadere e non formare perché comunque non rientra nei criteri di selezione: bocciatura/promozione.

Giunto all’Università, un allievo di questo tipo si “frantuma”. Vuol dire che se prima era “osannato e rispettato” per aver fatto anche poco ma comunque sviluppato qualcosa, all’università crolla tutto.

Negli studi superiori siamo poco interessati a quanto pensa ed esprime lo studente (che avrà modo nel dottorato di ricerca di presentare e completare il suo pensiero).

Nel percorso universitario lo studente DEVE studiare e capire i concetti per come sono stati definiti dalla dottrina.

Il passaggio copernicano consiste nello smettere di far sentire l’allievo al centro del mondo per riportarlo finalmente in una considerazione di rispetto del mondo.

Ci si scusa per l’apparente gioco di parole.

Quanto qui scritto in realtà non contesta l’Ateneo quanto la Scuola pubblica che si accontenta di profili su studenti con handicap eccessivamente contratti sul basso.

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