Dossier Romania. Un paese da studiare per il suo valore commerciale. Non solo, ma anche come piattaforma per il profondo est europeo.
Il Dossier Romania è necessario per cercare un trampolino di lancio verso l’est d’Europa. Per evitare d’offendere i rumeni che possano leggere queste righe, ovviamente anche la Romania ha un senso. Un valore commerciale e di partner. Quindi al netto dell’interesse specifico verso il paese, va ricordata la sua immensa capacità di proiezione verso l’est. E’ la Russia il vero obiettivo senza con questo nulla di dottrinale e ideologico. Infatti la Russia prosegue ad esprimere tutte le sue perplessità in termini di democrazia. Non ultima la guerra strisciante verso l’Ucraina. E’ affidabile un paese non democratico? In effetti il problema russo è grave. Senza dubbio l’attuale assetto politico russo non è quello del futuro. Quindi va considerata un’importante modifica istituzionale in Russia. Tale evento non dovrebbe però, come invece sarà in Cina, avere riflessi sull’aspetto economico. Il rischio Russia nel passaggio dall’attuale dittatura alla vera democrazia è tollerabile. Completamente diverso è invece il rischio cinese con effetti distruttivi per le imprese. Ci si riferisce a possibili nazionalizzazione in Cina sulle aziende nel passaggio dal comunismo alla democrazia.
Il Dossier Romania qui presentato parla di Romania. Cita i nomi degli operatori del mercato e inivita alla collaborazione. Questo è dovuto al paese e alla sua cultura. Certamente però si scrive un Dossier Romania per proiettarsi su una dimensione più vasta. Su questo piano la concorrenza è veramente serrata.
La Polonia, l’Ucraina, l’Ungheria, la stessa Austria, la Romania e la Slovacchia, sono tutti paesi ponte verso l’est. A chi affidarsi? Non esiste una risposta che possa soddifare tutte le esigenze. Diciamo che ci si muove per “simpatia”. Brutto a dirsi, ma questa è la reale ottica di riferimento su una concorrenza così serrata.