Dossier Libia
Fino a pochi anni fa, la Libia con il suo dittatore, rappresentò un mercato di sbocco per le PMI italiane.
I francesi, invidiosi degli italiani, fecero “la guerra all’Italia” attaccando il paese nordafricano.
Dal quel momento in Libia non si è capito più nulla. Oggi è un inferno. Resterà tale per i prossimi anni? Non è credibile.
Sicuramente la Libia troverà un suo nuovo assetto. Nello scenario libico il Governo italiano è molto attivo.
Con queste poche parole si comprende l’importanza del Dossier Libia.
Indipendentemente dalla data di redazione del dossier e dalle informazioni contenute, qui c’è un esempio. Sulla base di questo schema le imprese sono chiamate all’internazionalizzazione. Entrare oggi in Libia è “pazzesco”. Nonostante ciò, chi avesse l’audacia di tentare dei contatti sarebbe premiato. Sul piano più generale e in autocritica, non si capisce la miopia e stupidità delle PMI italiane. Perchè le nostre imprese non tentano, attraverso dei consulenti, di aprirsi la strada in terre di confine? L’Ucraina meno pericolosa della Libia, ma entrambi questi mercati indicano delle prospettive per l’Italia.
Mobili, condizionati d’aria, elettrodomestici. Autovetture, elicotteri, condotte. Edilizia!
Ebbene dove si trovano i grandi capitani d’industria italiani? La Libia rappresenta (come l’Ucraina) terra di prova per quelle PMI che vogliono un futuro.
In realtà i paesi “al limite” sono molti altri, qui presi come esempio solo due. E’ una provocazione a fin di bene per svegliare imprese che dormono.
Il problema è che abbiamo una classe d’imprenditori incerta, dubbiosa, stanca. Capi d’azienda irascibili e scarsamente illuminati che restano sulla difensiva. Stiamo parlando di gente che se dovesse assumere manager (forse mai fatto) pretendono che provengano dallo stesso settore. Pazzesco! Avere in casa manager arterio sclerotizzati da un’esperienza professionale comune, uccide la creatività d’impresa. Infatti le nostre PMI soffrono. Per aziende così limitate non è stato scritto il dossier Libia.