Domanda: se i fondi della Ue fossero stati assegnati a un governo di destra, sarei ancora così critico? E’ il quesito che mi pone un affezionato lettore che mi scrive.
La risposta è semplice: sarei ancora critico. Ora va spiegato il perché.
Chi ha bisogno di soldi in prestito (il riferimento è a uno Stato), in un mondo normale, o li riceve in prestito o emette titoli di Stato.
Essendo queste le due vie maestre non si capisce l’autogol che le Ue ha praticato. Che senso ha l’intero impianto che è stato faticosamente posto in essere? Nel caso l’Unione voglia regalare denaro (329 miliardi) lo faccia se ha le autorizzazioni a farlo senza con ciò porre le ragioni dell’esistenza della Ue in ballo. Si tratta di una regalia e come tale va considerata.
Certamente l’idea del regalo è alquanto strana!
L’ideale sarebbe stato sottoscrivere tanti miliardi in titoli di Stato quanto necessario. Ciò comporta però l’autorizzazione all’Italia di sfondare sul PIL al 160% rispetto la media Ue che si attesta in era di pandemia al 102%.
Passando oltre l’autogol dell’Unione Europea (stupidità) la domanda ora è diversa.
Che ci si fa, quali programmi sono in agenda per gestire quella massa di denaro?
L’attuale governo vuole indirizzare queste fonti verso il virtuale (informatizzazione) e progetti di ecologia.
Ecco il punto di maggior critica indipendentemente da chi sia al governo.
I disoccupati italiani erano 3,5 milioni a gennaio 2020, ora il loro numero sarà certamente cresciuto.
Quanto necessita al Paese sono delle attività che diano lavoro ai disoccupati ma, ecco il punto, MA.
Serve un lavoro non un lavoretto. Qualcosa che sostenga 45 anni d’attività con busta paga e Tfr.
Un sostegno di questo tipo vene solo dall’industria non dalla ristorazione o dall’economia “verde”.
Con oltre 3,5 milioni di disoccupati (forse 5 a luglio 2020) serve INDUSTRIA. L’informatizzazione e l’economia verde non sono industria, da cui scetticismo verso questi fondi.