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I diversi modelli del piano di marketing

by Giovanni Carlini
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Un’azienda senza un piano di marketing è simile a uno scherzo sul mercato. Questa frase disturba gli imprenditori. Peccato. Dimostra però quanto immatura sia l’attuale classe imprenditoriale. 

Dai dati della Confindustria pare che solo il 18% delle PMI applichi un piano di marketing. Più in particolare, meno di un quinto sa cosa sia un piano di marketing. Il riferimento è al distretto industriale di Como (uno tra i più audaci della Nazione).

Si conferma un problema: l’assenza di una scuola specifica d’imprenditoria. In Confindustria si dice che ci sia l’università Luiss a Roma. La richiesta qui espressa è invece diversa. E’ saggio che nelle università si apra un corso di laurea in 5 anni di IMPRENDITORIA. E’ palese che sarà un interfacoltà. Contribuiranno i diversi dipartimenti:

  • dipartimento di economia (al 30%)
  • legge (al 30%)
  • sociologia (al 20%) per le connessioni al marketing e al consumo
  • informatica e matematica al 20%

Per pagare meno tasse una PMI dovrà:

  • essere diretta da un imprenditore titolato;
  • non assumere i familiari in posizione di manager;
  • oppure che siano familiari però titolati (anche altre lauree)
  • che l’imprenditore segua corsi d’aggiornamento.
  • che l’impresa applichi un piano di marketing e contabilità industriale.

Quanto appena scritto sembra sia destinato a restare nel mondo dei sogni. Certamente i numerosi fallimenti confermano che qualcosa non funziona. Non funziona anche nelle ultime generazioni d’imprenditori molto/troppo giovani.

Il piano di marketing si è formalizzato nei tardi anni Settanta. Il riferimento è alla Business idea di Norman. Subito dopo, nel 1980 si pervenne al più articolato all’ASA. Aree strategiche d’affari. Bisogni, clienti, tecnologia studiato da Abell. Nel 1984 maturò la FORMULA COMPETITIVA E SOCIALE studiata da Coda. Dal 2009 si parla di BMC. Il Business Model Canvas con i suoi 9 parametri.

Quest’ultimo modello, detto Canvas, cerca di connettere i diversi interlocutori dell’impresa. Non è affatto nuovo, perchè rispolvera i concetti di marketing interno già studiati. In pratica anche il Canvas si pone la stessa domanda. Come si fa a vendere se chi lavora vicino a te non ti ha comprato per primo il tuo prodotto? Nel farsi questa domanda il Canvas si rivolge anche ai clienti. Il marketing interno trascurò quest’aspetto. In più, recependo idee dalla vendita strategica, il Canvas cerca d’interessarsi dei problemi del cliente.

Siamo ai corsi e ricorsi della storia di Giambattista Vico? Praticamente si. Di fronte al fallimento della globalizzazione ancora non è stato studiato un nuovo modello economico e politico. Ci stanno provando la Brexit e Donald Trump. 

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