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Dematerializzazione, che cretinata! è solo sufficiente un attacco informatico

by Giovanni Carlini
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Dematerializzazione, che cretinata! è solo sufficiente un attacco informatico per annientare dati importanti!

Dematerializzazione, ovvero carenza di cultura. Ecco il punto. E’ di moda dematerializzare. Infatti le coppie sposate divorziano al 43%. Quelle che convivo si lasciano al 60%.  Sono gli effetti sociali della globalizzazione. Quelli non considerati da nessuno, ma che stanno facendo soffrire la società globalizzata.

Tra i diversi errori per eccesso, che caratterizza la modernità e la globalizzazione, c’è il web. Internet è indispensabile a una società vuota di concetti e idee. Qualcuno (Bauman, sociologo polacco-britannico) ha definito il web la sintesi di un pensiero mai svolto. E’ vero. Lo spessore di malattia che è insito nel web, si riscontra nell’incapacità di riconoscere quanto si sia esagerato. Nessuno lo ammette!

La polemica sui voli per gli Usa nel non uso del tablet è tutta qui. L’incapacità ad ammettere l’esagerazione è il frutto primo dell’abuso del web.

La dematerializzazione è quella cretinata che emerge da un cattivo uso del web. Non c’è nulla da fare. L’Uomo è fatto di materia. Le persone sono “materiali”. Il sesso virtuale un gioco per valorizzare quello fisico.

La dematerializzione si affianca al reale come gestione e lavoro dei dati. Ciò non esclude la concretezza. Il dato cartaceo deve rimanere! Questo “documento” va in archivio come memoria e base di riconoscimento. La gestione dell’informazione può essere tranquillamente virtuale. Ecco che dalla somma dei 2 aspetti: reale e virtuale, emerge la buona gestione.

Quanto accaduto ieri dimostra la stupidità della dematerializzazione. E’ bastato poco e neppure tanto sofisticato, per creare miliardi di danni alla superficialità. Il riferimento è all’attacco virtuale che ha colpito 99 stati. Una caratteristica della globalizzazione e della falsa democrazia che ne deriva, è l’ostinazione nel non ammettere! E’ questa chiusura degli spazi di confronto, che lascia perplessi sulla bontà della globalizzazione. Ad esempio il falso mito della “società aperta”. Aperta a cosa nessuno lo sa! Possiamo proseguire a vivere di falsi miti non spiegati ma accettati?

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