I decessi causati dal virus cinese, ad oggi oltre 3.500, all’87% sono stati motivati da mancata applicazione della terapia intensiva.
Detto in altri termini, non ci sono respiratori in numero adeguato o queste persone non sono neppure giunte al reparto di terapia intensiva.
Che sta accadendo?
La fonte di questa notizia è sulla prima pagina di un quotidiano in edicola oggi 20 marzo 2020. La testata mi pare, sia orientata a sinistra.
Questo distinguere sull’orientamento politico del quotidiano ha un senso preciso come responsabilità della gestione della polmonite cinese.
Vanno ancora chiariti i motivi che hanno portato l’Italia ad essere così colpito dal virus cinese.
Sicuramente discutibile e tutta da verificare scientificamente, ma presente sul piano della riflessione, è l’essersi andati a prendere i connazionali in Cina, esattamente nell’epicentro dell’epidemia.
Sotto quest’aspetto il “governo” ha peccato di grande superficialità il cui conto, ad oggi, solo in morti, è di 3.500 persone senza considerare il resto.
L’idea che la quarantena, nata di 40 gg, sia stata applicata per 14 (invenzione soggetta a continua revisione) è alla base di un errore fatale!
I decessi da polmonite cinese attestano che il virus è stato sparso in Italia da più persone, prevalentemente al Nord, ovvero da chi è stato prelevato in Cina, controllato in Italia da medici non esperti della vicenda clinica, e rilasciato 14 giorni dopo.
Questa riflessione non è una notizia falsa e deviante, ma una riflessione che cerca di trovare una motivazione che oggi tutti cercano, perché?
Perché l’Italia e quindi a seguire tutta l’Europa Occidentale?
L’interrogativo resta irrisolto e quanto qui scritto è un primo punto di riflessione da considerare come tutti gli altri.
A seguire la vicenda dei decessi che in schiacciante motivazione sono causati d’assenza di terapia medica intensiva, come è accaduto questo?
La terapia intensiva è ovviamente collocata negli ospedali principali e il tragitto potrebbe essere una causa di decesso.
Però il punto è un altro e lo sappiamo tutti, non ci sono apparati di respirazione tali da poter curare tutti; questa è la nuda realtà!
Ricordo ancora le interviste colte per strada ai primi di marzo 2020 a gente, anche anziana che ha affermato: io in casa non ci resto!
Infatti questi anziani non sono più a casa, ma al cospetto del Creatore. Potrebbe apparire una battuta di cattivo giusto, ma è la verità.
La sottovalutazione della polmonite cinese è alla base del suo “successo” italiano.
I decessi studiati sino ad ora aprono la strada a riflessioni più drammatiche su quella che potremmo definire la “battaglia di Milano” in avvio in queste ore.
La “battaglia di Milano” deriva dagli errori nella delimitazione delle zone rosse in provincia di Bergamo che hanno causato il diffondersi dell’epidemia a Milano.
Sul numero in crescete sviluppo dei decessi a Milano si apre una nuova stagione ben più drammatica.