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Dalla curva di reazione al prezzo e quantità. Oligopolio.

by Giovanni Carlini
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Dalla curva di reazione è necessario giungere al prezzo e quantità d’equilibrio detto di Cournot per completare il ragionamento. Questo approfondimento segue gli spunti di riflessione aperti sull’oligopolio già da diverse analisi qui pubblicate e nel dettaglio da quella con il titolo: Oligopolio come tortura/2 Studi del prof Carlini.

Recuperando i conteggi già eseguiti in questi fogli: il testo per il primo e lo svolgimento nel successivo, si perviene alla definizione grafica delle CURVE DI REAZIONE. Dalla curva di reazione però non abbiamo il punto di contatto tra di loro. In pratica pur avendo le intercette all’ordinata e ascissa non conosciamo il punto d’equilibrio (Cournot).

Per risolvere questo aspetto proseguendo sul punto (b) dell’esercizio pregasi osservare la grafica numero 3, la 4, la 5 e anche la 6 con le connesse soluzioni.

Grazie ai diversi passaggi ormai acquisiti è possibile risolvere anche il punto (c). Considerato che stiamo ragionando su un oligopolio alla Cournot le due imprese concorrenti sono uguali. Completamente diverso sarebbe il conteggio se fossimo nel modello di Stackelberg con un’impresa preminente e un inseguitore.

Si giunge così all’ultimo punto dell’esercizio. La domanda come posta dal testo disorienta. Il quesito va tradotto in questi termini: la quantità offerta sul mercato è massima con Cournot? Sappiamo di no. Su questo aspetto si apprezzi l’ultima grafica di questo studio, la numero 7 che distingue la quantità introdotta sul mercato. Tale quantità e minima sul monopolio e massima sulla libera concorrenza. Stackelberg è immediatamente a ridosso della libera concorrenza quindi a seguire Bertand, Cournot e infine il monopolio.

A questo punto le idee sull’oligopolio, sommando i diversi studi qui pubblicati, dovrebbero essere più chiari.

Alcune perplessità restando sulla separazione nel calcolo delle curve di reazione e il concetto prezzo/quantità. Separare i due conteggi appare artificioso, sarebbe sano non distinguere i conti ma svilupparli insieme. In effetti è quanto è stato qui fatto. In gamba, il prof.

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