DAD ovvero didattica a distanza: lezioni on line. La Scuola pubblica ha miseramente fallito la sua missione nella primavera 2020 senza che questo comportasse l’allontanamento del Ministro. Che strano, quando si tratta di fatti pertinenti al Movimento 5 Stelle tutto diventa “non conforme alla norma”. Comunque sia, la Scuola non ha saputo motivare i suoi docenti all’emergenza.
Resta il problema, non ancora risolto, di spiegare e insegnare le tecniche di base di un corso DAD.
Ecco un via di soluzione. E’ sano suddividere la classe in gruppi di non più 5 alunni. I criteri di ripartizione devono considerare un mix tra “migliori & peggiori”. Operativamente parlando può tranquillamente accadere che la stessa lezione possa essere ripetuta dal docente anche 5 volte nello stesso giorno. Non ha importanza considerato che il tempo di sviluppo si apre dalle 08.00 alle 18.00.
Lo sviluppo della lezione DAD non vede più al centro il docente “in cattedra” che spiega come nel contatto frontale in classe.
Con questo tipo di lezioni avviene l’inversione dei fattori.
In classe lo studente è passivo ricevendo “il verbo” dalla cattedra.
Nella modalità on line è l’allievo, già indirizzato dal docente giorni prima, ad aver preparato un passaggio della lezione. In questo modo all’insegnante spetta il ruolo di “direttore d’orchestra” dirigendo l’impegno profuso da ogni studente nella parte della lezione assegnata. Considerando che i voti vanno da zero a dieci, è importante utilizzarne l’intera gamma di graduazione come valutazione finale.
Lo studente che non ha preparato il compito o si da assente (la segreteria chiama i genitori) prende zero. Uno zero in media diventa un grave problema per la promozione.
Al contrario, quell’allievo che non ripete a pappagallo e si espone alle domande d’approfondimento del docente, avrà un voto alto.
L’insegnante oltre a coordinare le parti di lezione assegnate agli allievi, completerà la tematica anticipando il passaggio successivo.
Ecco un corretto sviluppo di una lezione in modalità DAD.
Ci vuole molto a spiegare e far applicare ciò a personale laureato? Ecco perché il Ministro dell’Istruzione se ne deve andare per inadeguatezza.