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Crowdfunding per chi ha idee e progetti ma privo di fondi.

by Giovanni Carlini
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Il termine Crowdfunding significa “finanziamento dal basso”. S’intende un modello di aiuto economico per piccole somme di denaro da molte persone tramite l’uso del web. Il principio ispiratore del concetto è semplice. Diverse persone si trovano con un’ottima intuizione senza i fondi necessari per realizzare l’iniziativa. Per questo si ricorre a un sistema che si chiama Crowdfunding. Tradotto in pratica è pura solidarietà sociale. 

Nel panorama della “solidarietà sociale”, che esiste dal Rinascimento in Occidente, ora c’è una novità. Solitamente, nella storia “l’aiuto al prossimo” è stato oggetto di due diverse culture:

  1. un’applicazione del pensiero e sentimento Cristiano;
  2. mecenatismo.

L’origine del sistema parte dagli anni novanta, specificamente negli Stati Uniti alla prese nel confronto con il Giappone. 

Prima del nemico cinese, quello attuale degli anni 2010-2019, ci fu il Giappone che si concluse con una fortissima crisi di stagnazione economica giapponese. 

Nell’area del management nord americano, per contrarre i costi nella competizione contro i giapponesi, si sviluppò l’Outsourching. Si tratta di un meccanismo d’esternalizzazione dei servizi utilizzati. Dall’unione di crowd e outsourcing si ottiene la parola Crowdsourching, gemella del Crowdfunding.

Infatti esistono varie tipologie di Crowdfunding:

  • Equity: quando tramite l’investimento on-line si acquista un vero e proprio titolo di partecipazione nella società;
  • Reward: una ricompensa, un regalo all’inventore dell’iniziativa.

Esiste anche il cosiddetto Social Lendingche in effetti sta avendo successo nei paesi anglosassoni. 

Si tratta di micro credito tra privati, caratterizzato da tassi di restituzione agevolati. 

Le due parti possono contrattare il micro finanziamento su una particolare piattaforma, dove il creditore sceglie liberamente a chi prestare denaro dopo aver consultato il profilo. A ogni richiedente viene attribuito un grado di credibilità (rating) dove si manifesta anche il tasso d’interesse richiesto dai prestatori per la somma concessa. 

La restituzione del prestito avviene tramite una rata presa in carico dall’intermediario del Social Lending con il compito di redistribuire, ai vari prestatori, la quota investita. 

Il recupero crediti, in caso di morosità, è attivato da una società d’intermediari. 

Dopo la crisi Subprime del 2007, il microcredito si è fortemente sviluppato nei paesi poveri e in sviluppo come Cina e India. 

In base alle statistiche mondiali si è registrato una crescita del 167% degli investimento in questo settore. Si è passati dai 6 miliardi investiti nel 2013 a 16,2 miliardi nel 2014. I leader sono Canada e USA con sviluppi del 145%.

Nel 2012 in Italia si registravano 16 piattaforme attive, oggi sono 41 e 15 in via di sviluppo. Queste organizzazioni hanno sede nel nord Italia. I fondatori e i soci sono di solito 5 e hanno una età tra i 30 e i 50 anni. 

Una campagna di Crowdfunding quanto dovrebbe durare? Non esiste uno studio che affermi quale sia la durata vincente. La piattaforma pone dei tempi massimi oltre i quali viene chiusa la raccolta fondi.

Per esempio lasciare che una raccolta fondi resti online dieci mesi vuol dire che non funziona.

Mantenere l’attenzione alta per tanto tempo non è per nulla semplice. Di conseguenza se una campagna resta attiva sul “lungo” tempo ottenendo pochi finanziamenti, contribuisce al fallimento del progetto.

Alcune tipologie di durata massima delle campagne sui diversi siti online:

  • Produzioni dal basso: 120 giorni
  • Kickstarter: 90 giorni
  • Upspringer: 60 giorni
  • Indiegogo: 120 giorni
  • Becrowdy: 90 giorni. Una volta individuato il proprio obiettivo di budget e il modo in cui sviluppare la campagna, bisogna stimolare la partecipazione degli utenti.

Negli Stati Uniti D’America si è riusciti a sviluppare un metodo per capire, dalle prime due settimana, se la campagna avrà successo.  

Nei primi venti giorni dal lancio la raccolta fondi dovrebbe aver raccolto almeno la metà della cifra prefissata.

Negli ultimi anni ha preso piede un piccolo escamotage: iniziare a parlare del progetto mesi prima. E’ l’iniziativa intrapresa dalle grandi case di videogames o dalle aziende tecnologiche.

Tornando al prestito per chi ha idee privo di fondi, sul totale delle donazioni sino ad ora osservate, solo il 30% proviene dalla sfera familiare del richiedente. Il 70% è deriva da persone mai conosciute e che forse non si conosceranno mai.

Per il successo dell’iniziativa è sano costruire una community:

  • scegliere il target inteso come gruppo sociale;
  • capire dove poter trovare questa community selezionata.  Su quale social media o blog o forum posizionarsi;
  • è necessario raccontare la propria storia e le motivazioni del progetto/idea che deve essere finanziato. Quindi descrivere un programma di medio termine e il motivo per cui è importante l’obiettivo della campagna;
  • è fondamentale è usare un linguaggio specifico;
  • coinvolgere i soggetti più seguiti nella community. 

Spesso l’ultimo passaggio della lista è creare un proprio sito web.

In genere la chiave di successo sui social media è composta da due concetti:

  • semplicità;
  • creatività.

Tanto più il messaggio è chiaro e tanto più facile è capirlo. Non esistono leggi nel mondo virtuale. Il consiglio più diffuso è di essere veritieri. E’ vietato cancellare post in cui si viene attaccati o ignorare le critiche. L’importante è rispondere educatamente.

Avere un proprio canale YouTube è strategico.

In sostegno a quanto descritto, solitamente è necessaria una campagna di e-mail marketing.

Per avere successo è fondamentale “pensare fuori dagli schemi”. Una campagna di Crowdfunding di successo deve essere caratterizzata da un linguaggio chiaro e semplice che sostiene un’idea forte. Qui serve uno storyteller: un narratore. Si tratta di una figura innovativa nel mondo virtuale della comunicazione.

Un soggetto che sappia narrare il senso quotidiano dell’applicazione dell’invenzione attraverso “avventure e pensieri ordinari”.

Infine è opportuno menzionare un insieme di ciò che bisogna non fare durante una campagna di Crowdfunding:

  • mai mostrarsi avidi: la piattaforma di Crowdfundingnasce dalla solidarietà;
  • non esagerare con i toni entusiastici e auto-promozionali;
  • non usare un linguaggio “urlato” composto da sole maiuscole e punti esclamativi;
  • evitare post troppo diretti;
  • non usare immagini di bassa o scarsa qualità;
  • ringraziare per qualsiasi donazione ricevuta.

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