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Criticando Philip Kotler. Prof Carlini

by Giovanni Carlini
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Criticando Philip Kotler è possibile focalizzare dei concetti che prima del 22 febbraio 2022 non era possibile definire in forma così limpida.

Come noto il 22 febbraio indica l’attacco russo all’Ucraina. Quest’evento, insieme a quello pandemico in atto da febbraio 2020 e ancora in corso con oltre 2mila morti/mese (al 12 novembre 2022) nella sola Italia, hanno modificato il concetto di globalizzazione portandolo ad una fase di POST-globalizzazione ancora da definire come nome.

Mi spiego.

In epoca globalizzata s’acquistava solo confrontando il prezzo. Ciò che costava di meno, incluso quanto prodotto dalla dittatura comunista cinese, veniva comprato il forma del tutto acritica.

Oggi non è più così (finalmente)

Il nuovo criterio di scelta negli acquisti è per sensibilità valoriale.

Il gas russo, che costa un terzo rispetto quello degli altri paesi, non viene più acquistato perchè non ci si riconosce nei valori russi. Da qui il rigetto del prodotto scegliendo di comprare da altri.

Attenzione che si scrive Russia, ma si pronuncia Cina!

In questo capovolgimento delle scelte d’acquisto c’è un’altra vittima: l’uso/abuso d’internet.

La concreta possibilità che ogni dato virtuale possa essere definitivamente cancellato, senza possibilità di recupero per azioni di briganti cinesi, russi, iraniani e nord coreani, apre la crisi del virtuale. Lasciare denaro in banca non è mai stato così rischioso! Le banche non stampano gli estratti conto; tenendo tutto virtuale, la perdita dei dati comporta la cancellazione dei saldi dei clienti.

La fragilità e povertà dello strumento virtuale, per cui il bisogno di tornare al denaro contante, rappresenta una novità da considerare.

Ebbene questi passaggi sono totalmente assenti nell’ultimo libro di Philip Kotler. Non solo, ma infastidisce anche la presenza di “altri” (co-autori) totalmente sconosciuti in corsa per cercare notorietà.

Criticando l’ultimo testo del Kotler (Marketing 5.0) si scopre un’importante sintesi:

  • se si considera il consumo come espressione d’aspetti culturali, è bene non leggere Kotler;
  • laddove il consumo sia mero atto nella ricerca della soddisfazione, Kotler può essere letto e studiato.

Kotler è in fondo un “negoziante”, un biscazziere che piazza la merce al miglior offerente. E’ quanto emerge dalla iper valorizzazione delle “generazioni” quali consumatori presenti e futuri.

Per Kotler quanto avvenuto avverrà e questo rappresenta un limite formidabile alle sue teorie.

Criticando Kotler ritroviamo l’incertezza della realtà.

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