Cosa stiamo imparando dal conflitto in essere tra la Russia (che attacca) e l’Ucriana (che si difende)?
Tutti coloro che hanno liquidito il Novecento come acqua passata si sono dovuti ricredere. Tra questi c’è anche un Generale italiano responsabile Ue per la difesa (caspita in che mani ci siamo messi e questo va a discapito della credibilità dell’Unione Europea).
Significa che la guerra si fa con i soldati sul campo e i carri armati. L’assenza di questi elementi non consente il corretto combattimento.
Sui mezzi corazzati c’è una novità. Mentre il carro è sempre stato il punto di forza dei rossi (i russi e i comunisti in genere) ora questo mezzo risulta altamente non adeguato al campo di battaglia. Il carro armato si è rivelato delicato, fragile, distruttibile con missili di facile uso e trasportabilità.
In pratica è il tramonto del carro armato come concepito fino ad oggi: un mezzo pesante.
Il nuovo carro armato, almeno l’idea che emerge dalla cattiva esperienza appena vissuta, è per un blindato di maggiori capacità rispetto ad oggi. Si pensa ad una blindo (modello Centauro – esperienza italiana per intendersi) armata con un cannone da 120mm che non sia pesante come un carro, ma giustamente mobile come una blindo. Serve aumentarne la protezione attiva e passiva, ma senza elevarne il peso. Ne consegue che si dovranno studiare nuove leghe in metallo per consentire al mezzo maggiore protezione. Quindi anche un sistema di disturbo rispetto al dardo appena lanciato contro il mezzo (come gli aerei). Oggi i carri armati usano le cortine fumogene per proteggersi, ma questo non è più adeguato.
L’errore che sta commettendo l’esercito italiano nel progettare i nuovi carri armati del futuro, riguarda l’eccessiva dipendenza dall’informatica. Un carro virtuale è già morto al nascere. Servono mezzi più rustici e resistenti.
Cosa stiamo imparando riguarda anche gli elicotteri, che non possono più operare su un campo di battaglia pieno di missili anti carro che sanno operare anche in funzione anti aerea su basse quote.