Cosa sia il sindacato devo essere sincero non lo so. Nella più totale ignoranza sull’argomento non posso che riferirmi alla legge e allo studio della storia.

In ambito legale, il riferimento è necessariamente alla Costituzione italiana del 1948. Quella del 1848, Statuto Albertino, non prendeva in considerazione il sindacato, quindi lo studio si concentrata sulla seconda costituzione italiana.

Nella prima parte della Costituzione, al Titolo IV, “Partiti politici”, art. 39, si cita il sindacato come organizzazione con obbligo d’iscrizione per poter agire.

Inserendo il sindacato tra i partiti politici, vuol dire che rappresenta un’organizzazione di parte che oggi c’è e domani potrebbe scomparire.

Sostanzialmente l’organizzazione sindacale del lavoro è assimilabile alla parabola del partito/movimento “5 stelle” che nasce, si sviluppa e poi muore scomparendo.

A questo punto il sindacato si conferma come “una parte del problema” non la soluzione. Se così fosse, quest’organizzazione sarebbe nella parte II della Costituzione dove si descrive la struttura dello Stato. Ne consegue che il sindacato non è un’istituzione.

Va anche notato come di sindacati ce ne sono 2: quello del lavoratori che fanno più chiasso e quello degli imprenditori (la Confindustria).

Sotto il punto di vista storico (interessante il testo, Storia del sindacato di Turone) la classe imprenditoriale ha oggettivamente maltrattato la risorsa umana al lavoro. Il sindacato, pur esagerando, ha difeso i lavoratori per trovare una ragion d’essere che ne giustificasse il senso. Ne consegue che siamo in presenza di un’organizzazione che nasce dallo scontro e tale persegue per avere un senso logico e storico.

Critica al sindacato. In TV capita di sentire le parole sconsolate di un operaio: i nostri prodotti sono buoni ma l’azienda chiude. Un dramma!

Perchè il sindacato oltre ad orchestrate la conflittualità sociale, non ha educato gli iscritti a porre il Tfr come base di trattativa per rilevare e gestire direttamente l’impresa in crisi?

Il sindacato non può/vuole educare gli operai ad evolvere in imprenditori, perchè perderebbe il suo ruolo nel conflitto perpetuo in ambito lavorativo.

Con queste analisi di carattere storico e dottrinale per la parte di diritto, cosa sia il sindacato francamente non lo so. E’ tutta la vita che me ne tengo lontano.

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7 comments

Marianna 17 Ottobre 2021 - 11:50

Credo tristemente, dalla sua creazione, che il ruolo vero di un Sindacato non si svolge como deve essere. È stato creato questo gruppo, con obiettivi chiari che concludevano con la protezione agli interessi della classe operaia. Oggi, noi lavoratori, in realtà il concetto che abbiamo sui Sindacati, e che soltanto ci servono per far la guerra alla nostra impresa, a quella che se non compie con i nostri “capricci”, allora e quando ci ricordiamo del Sindacato e mettiamo davanti per che ci difenda. Ma in realtà lo fa? Quali sono i miei limiti come lavoratore? Quando posso chiamare un Sindacato? Come funziona? Qual è il risultato di affiliarsi a un Sindacato? Non lo so nemmeno Io.

Giovanni Carlini 17 Ottobre 2021 - 12:26

La critica al sindacato qui espressa emerge dal constatare come incrementi la conflittualità sociale e d’impresa, si tratta di colui che getta benzina sul fuoco anzichè spegnerlo! Noi amiamo i pompieri non i piromani.

Giovanni Carlini 17 Ottobre 2021 - 14:20

ma che bell’intervento, complimenti!

Andrea Fossati 17 Ottobre 2021 - 14:12

L’unico sindacato sensato è quello internazionalista e rivoluzionario, che di fatto non esiste. Invece che organizzarsi coi compagni americani, cinesi, polacchi e del resto d’Europa, i sindacati italiani non san far altro che rimanere arroccati entro i loro confini nazionali, impotenti di fronte alle imprese che delocalizzano la produzione e sperando, a riguardo, in un’intervento di provvidenza della classe politica stracciona italiana. Il mondo si è globalizzato, il sindacato no! Da qui la sua inefficacia.

Giovanni Carlini 17 Ottobre 2021 - 15:14

è un’osservazione molto acuta, complimenti

Massimo Rebessi 18 Ottobre 2021 - 0:55

Sono centri di potere politico, camuffati da sindacato. Oramai da decenni non sono al servizio dei lavoratori, se non in occasione dei rinnovi contrattuali, che spesso e volentieri si trascinano per anni senza risultati tangibili. Il classico “compitino” per giustificare la loro esistenza. Assenti alla cancellazione dell’articolo 18, assenti alla revisione pensionistica, assenti ai continui aumenti di carburanti, elettricità e gas metano.
“Riempiono” le piazze con la minestra strariscaldata del pericolo fascista e cantano bella ciao. Fanno politica, che non è il loro compito.
Vorrei che si rendessero pubbliche il numero delle tessere dei loro associati per valutare quanti realmente sono iscritti ad un sindacato e che età hanno.

Giovanni Carlini 19 Ottobre 2021 - 10:03

caspita Signor Rebessi io credevo d’esserci andato giù pesante ma Lei li ha letteralmente massacrati! povero sindacato; una bella idea applicata male.

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