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Cosa insegna la drammatica siccità sofferta in California

by Giovanni Carlini
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Una lezione dalla siccità

La situazione

La stampa locale, in California, del 21 agosto 2015 scrive: …le trote muoiono nei nostri torrenti per mancanza d’acqua e in Oregon, come già accaduto in California, i vigili del fuoco muoiono lottando contro le fiamme. Di fronte a queste parole la domanda da porsi è: che cosa sta accadendo?

Si prevede che in autunno, da queste parti, ci saranno delle intense piogge, ma non tali da irrigare il terreno, perché cadranno sotto forma di rovesci e quindi con troppa velocità per penetrare riformando le falde acquifere. Per i prossimi 2 anni, in aggiunta ai 4 già trascorsi, la California sarà soggetta a una gravissima siccità. Quanto sta accadendo ci insegna qualcosa?

Innanzitutto, come prima reazione alla volontà del governo di tagliare i consumi, le famiglie tendono a togliere tutti quei prati e fiori, che precedentemente arricchivano le loro case. In una parola uccidono il verde domestico collocando pietrisco al posto dell’erba. In realtà è un ritorno al paesaggio tradizionale della California ante seconda guerra mondiale.

Il ritorno al passato dopo troppe esagerazioni

Questo tornare indietro nel tempo specie qui in California, dove tutto è stato possibile, impone delle riflessioni di più ampia portata. La sensazione diffusa è che si sia esagerato. Il riferimento corre alla globalizzazione che ha introdotto disoccupazione in Occidente, quindi alla moneta unica che ha trascurato i problemi delle singole nazioni e agli stili di vita, che hanno reso più nervose le persone anziché orgogliose dei propri agi. Portare un prato verde da golf nel deserto del Mojave, nella California dell’est, dove se irrigato resiste bene anche a 109° Fahrenheit, (42,7 Celsius) segnando il confine netto con il deserto più crudo, quello non irrigato, ha rappresentato un segno del progresso che oggi frana nella sua sostanza: non c’è acqua. Quello che stupisce è l’impegno dell’intera classe politica locale nella scoperta e applicazione delle energie alternative, ma totalmente priva d’iniziativa sul campo dell’uso e produzione di acqua. E’ come costruire una bella e accessoriata casa, dimenticandosi il tetto o le fondamenta. E’ la stessa cosa già accaduta alla globalizzazione, all’Europa e all’euro.

Il settore ha retto all’urto

La regola numero 1 per sopravvivere a un “diluvio universale”, è quello d’offrire rimedi! In tal modo si sono comportati i diversi attori del florovivaismo locale, pur assorbendo una perdita di mano d’opera per 17mila occupati a fronte di nessuna impresa chiusa. Quest’ultimo particolare è importante, perché dichiara come il settore resti vivo e pronto a partire nuovamente. In California il florovivaismo assorbe poco meno di un milione di persone con 1.500 punti vendita oltre i 500 mq.

188 galloni al giorno è il consumo medio per utenza/bolletta emessa: allo studio i rimedi

Attualmente gli utenti californiani nel deserto del Mojave utilizzano poco meno di 188 galloni al giorno d’acqua per singola bolletta, il che significa 711,6 litri di acqua. Partendo da questo dato di fatto, sia la società dell’acqua che ogni negozio di florovivaismo dichiarano l’ammissibilità di un bel giardino domestico pur in presenza di un ridotto consumo idrico. Come fare? Per iniziare è saggio avvantaggiarsi del contributo pubblico (ad esempio dall’Apple Valley Ranchos Water Company) che si applica a un landscape dry (secco) con 1,5 euro a metro quadrato e alla gratuità della pistola per irrigazione a basso consumo (shut-off nozze) come al timer per la doccia, da utilizzare in ambito domestico (5 minuti a doccia).

Si stanno studiando degli accorgimenti da applicare allo scarico del water close a seconda del carico di lavoro da assolvere; in effetti per solo 1 getto di urina 5 litri d’acqua appaiono eccessivi.

Seguono diversi consigli sull’innaffiare le piante e il prato al mattino, tra le 4 e le 6, perché in quella fascia oraria è particolarmente ridotta l’evaporazione. Comunque, per innaffiare i tempi sono di 5 minuti al giorno o di due eventi per 2 minuti l’uno.

Le piante consigliate

Sono in tutto 9 le specie di piante consigliate dai giardinieri e negozi di florovivasimo per assicurare il verde anche in condizioni ambientali idriche critiche. Dal sito www.hdawac.org emergono, nome per nome, oltre 406 specifiche così raggruppate:

  • Cactus (ricco di 29 specie diverse)
  • Groundcover (con 27 specie diverse tra cui Asparagus, Gazania, Verbena, Dalea, Sedum e Vinca)
  • Piante ornamentali grasse (18 specie diverse)
  • Palme (12 specie catalogate)
  • Piante perenni (51 specie elencate)
  • Arbusti (120 specie diverse)
  • Piante grasse in genere (31 possibilità)
  • Alberi (98 specie)
  • Piante di vigna (20 possibilità)

Concludendo

Dalla crisi, da ogni crisi, se ne esce offrendo soluzioni e ipotesi che vanno approfondite insieme al cliente attraverso un percorso formidabile: la formazione.

Questo itinerario di crescita è saggio che sia intenso per gli addetti ai lavori e appena un motivo di socializzazione per i clienti, che così possono trovare sia un miglioramento delle loro conoscenze sia soprattutto occasioni d’incontro sociale. Buon lavoro.

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