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Consulenza finanziaria automatizzata. Parte 3. Alfabetizzazione.

by Giovanni Carlini
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Consulenza automatizzata e robot advice: due aspetti della stessa medaglia.

Alfabetizzazione dei concetti

Per comprendere il concetto e l’evoluzione della consulenza finanziaria verso i sistemi automatizzati è necessario alfabetizzare il lettore. Prima di tutto si deve far riferimento a un cosiddetto esocosistema chiamato FinTech.

Nell’ambito di questo “mondo”, quando ci si riferisce alla consulenza gestita in automatico dai robot, si usa il termine robo advice

Nel termine robo advicesi raccolgono tutte le piattaforme possibili on line, per il servizio alla clientela in ambito di scelta dei prodotti finanziari. Queste piattaforme si differenziano non solo e tanto dal tipo di robot utilizzato, ma dall’algoritmo che anima l’intero sistema.

E’ possibile, a ulteriore differenza tra un operatore e l’altro, che alcune parti della consulenza possano essere assistite da un operatore umano a chiamata del cliente. In tal senso il concetto di robo advice diventa ibrido. 

La sensibilità verso il robo advice proviene dalle esperienze già vissute Oltremanica e Oltreoceano al netto delle drammatiche crisi finanziarie già sofferte nel periodo 2007-2009. In pratica, gli europei stanno prelevando da quelle esperienze una parte senza considerare l’intero contesto. 

La pressione alla consulenza automatizzata, da parte delle banche, è finalizzata al risparmio dei costi del personale nel segmento più di massa della consulenza, probabilmente connessa all’acquisto dei titoli di Stato. Ufficialmente il tutto è coperto dal titolo roboante di “democratizzazione” del servizio di consulenza mascherandone le reali necessità di taglio costi. 

Contestazione al sistema

La contestazione all’idea stessa del robo adviceha portato a delle varianti di sistema. La prima contestazione è stata elevata dalle aziende del settore preoccupate dell’ingresso, sul mercato, di “cani e porci purchè dotati di sistema automatizzato rapinando la clientela”. 

Su questo aspetto si è alzata la vigilanza e ancora “il sistema” è in grado di migliorare. La seconda contestazione sulla disumanizzazione del rapporto consulente-cliente, è stata accolta passando dal metodo robo advicerobo for advisor

Robo for advisorrappresenta una procedura di consulenza finanziaria semi automatizzata. In questo caso il consulente, umano, si avvale del sistema automatizzato, senza lasciare che la macchina accolga ed esaurisca il rapporto con il cliente. 

Gli studi di giurisprudenza bancaria sull’opportunità della finanza automatizzata

Sono stati sviluppati molti studi sull’argomento e svolte diverse prove d’affidabilità delle macchine a partire dagli anni post crisi subprimead oggi.

I primi a muoversi su questo terreno sono stati gli inglesi, stilando un approccio regolamentare pilota per il resto della Ue. 

In nome della tutela del cliente si è mossa subito la IOSCO (Commissione internazionale sulla sicurezza organizzativa) cui si deve il primo ampio studio su scala internazionale (chiamato in gergo final report)

Il riferimento è allo studio del luglio 2014 noto come Report[fusion_builder_container hundred_percent=”yes” overflow=”visible”][fusion_builder_row][fusion_builder_column type=”1_1″ background_position=”left top” background_color=”” border_size=”” border_color=”” border_style=”solid” spacing=”yes” background_image=”” background_repeat=”no-repeat” padding=”” margin_top=”0px” margin_bottom=”0px” class=”” id=”” animation_type=”” animation_speed=”0.3″ animation_direction=”left” hide_on_mobile=”no” center_content=”no” min_height=”none”][1]svolto tra più Autorità Nazionali. Nell’indagine s’indaga sulle applicazioni tecnologiche applicate dai diversi operatori e del grado/capacità/tempestività d’intervento di un supervisore umano. Dallo studio è emersa una profonda disomogeneità di metodo e applicazione tanto da sospendere ogni processo coordinato d’avanzamento della finanza automatizzata rinviando di 2 anni ogni decisione. 

Puntualmente anche nel 2016[2]il secondo Report IOSCO ha rinviato di un biennio ogni valutazione limitandosi al monitoraggio tra le Autorità Nazionali. 

Seguendo la ricerca e stimolo della IOSCO anche le Autorità europee (note come ESAs) si sono mosse nella ricerca della compatibilità tra macchina e umano pubblicando il 4 dicembre 2015 un “Quaderno di studi” (chiamato in gergo discussion paper) sfociato l’anno successivo in un Rapporto. Con questi passi, i robo advisorsono entrati a pieno titolo nell’agenda di studio della consulenza finanziaria e controllo di compatibilità.

E’ grazie al lavoro svolto dalle ESAs che è giunto a confronto, nel più ampio concetto di consulenza, quanto indicato nelle norme Midif2 e le attuali tendenze sperimentali. Cos’è e come si realizza “la consulenza finanziaria”?

L’ESAs non ha voluto comunque prendere posizione a favore della consulenza basata sulla macchina o elemento umano ponendosi nella più assoluta neutralità proseguendo il monitoraggio.

Dall’incrocio tra final report discussion paper è nata una lista bianca e un’altra nera tra aspetti favorevoli e negativi (rischi) emergenti l’uso dei robot in luogo degli umani nella consulenza. 

Da questi sforzi si giunge alla prima ipotesi di convivenza, nella consulenza, tra non umano e umano, a cura dell’ESMA armonizzando il tutto con le norme Midif2.


[1]Social media and automation of advice tools Survey

[2]il 21 dicembre 2016 lo IOSCO ha pubblicato il suo secondo Report sul tema

La ricerca e sistemazione concettuale dell’ESMA

Il Report ESMA ordina lo studio tra umano e robot su tre linee di ricerca:

  1. più trasparenza sugli algoritmi utilizzati;
  2. uso o perfezionamento degli algoritmi esistenti per assicurare la vigilanza;
  3. individuazione dei livelli di responsabilità degli operatori dall’uso di robot al posto di consulenti.

L’obiettivo dell’ESMA è di fornire le prime linee guida nell’uso dei robo adviceconcentrandosi specificatamente sugli algoritmi. Su questo aspetto, grande rilievo ha la presenza o totale assenza dell’umano nella formazione della decisione d’investimento. La responsabilità di spiegare al cliente “con chi ha a che fare” viene comunque rimessa a capo dell’azienda che utilizza i robot. 

Convivenza tra informazioni personali già presenti in rete nel Web e la corretta valutazione e uso dell’algoritmo.

Nella formazione e gestione dell’algoritmo è necessario isolare il suo funzionamento dalle informazioni che la macchina potrebbe ricevere dall’uso/abuso che le persone fanno del Web. 

Il rischio è concreto. L’utenza del Web non è ancora capace di percepire il pericolo cui si espone “navigando” nel virtuale. Potrebbe essere che in questa “navigazione” i nuovi squali sarebbero ben rappresentati dagli algoritmi delle macchine cui successivamente rivolgersi per investire i propri soldi. 

L’immagine del sottomarino U-Boat che affonda le navi in transito nell’Oceano Atlantico è facilmente associabile al robo advicerispetto al cliente che diffonde nel social una versione della sua personalità non compatibile con gli investimenti che desidera fare. 

Per uno statuto della consulenza automatizzata

Purtroppo nella società globalizzata tutto ciò che è nuovo viene automaticamente e acriticamente considerato interessate. La stessa superficialità coglie anche il robo advicee il Parlamento europeo. 

Già dal 2018 si sta cercando di stilare un elenco di buone pratiche per la diffusione del non umano nella consulenza. 

Al contempo il Parlamento europeo nel 2017 si è dichiarato (quando mai) a favore della consulenza automatizzata. 

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