FORMAZIONE

CULTURA

Concetto di Occidente e di cultura occidentale. Quando incontro uno studente a un certo punto chiedo: Lei è un ragazzo/ragazza occidentale?

Di fronte a questa domanda tutti traballano indicando che non s’aspettavano il quesito dandolo per scontato. I più collegano il luogo di nascita con la cultura di riferimento senza sapere che non è corretto. In realtà i criteri da considerare sono molto più intensi e profondi.

Per inquadrare il concetto serve stabilire l’asse del tempo.

Come si nota, in quanto qui allegato (grafica 1) ci sono delle fasi/ere storiche da prendere in considerazione:

La prima era s’estende dal tardo Impero Romano al 1648. Con la stipula delle Paci di Vestfalia, cessa l’immanenza di Dio sulla vita quotidiana dell’uomo. Fino al 1648 i punti di riferimento fissi nella cultura occidentale sono stati il Papato e l’Impero. Dopo il 1648 cessa (progressivamente) la Chiesa d’influire sulla vita quotidiana per essere sostituita dallo Stato. Ovviamente questo cambio di riferimento coglie solo l’Occidente senza riguardare, ad esempio l’Islam che ancor oggi, nel 2021 ritiene Dio molto presente in ogni passaggio del quotidiano.

Relegato Dio nel privato della vita delle persone, si conferma nel tardo Settecento e definitivamente nel’Ottocento un individualismo sociale/collettivo pronto ad essere nazionalizzato. La parola corretta che vige tra l’800 e il primo 900 è nazionalizzazione delle masse.

Tali nazionalizzazioni delle masse colgono anche gli ultimi decenni dell’800 e i primi del 900 con l’imperialismo e nazionalismo.

Dal 1950 al 2020 si conferma la personalità (la capacità d’affermare: …io penso che) ovvero un acceso individualismo esasperato, centrato sull’Io. Quell’IO che emerge dall’aver cancellato la lettera D dalla parola DIO. Celebrano questo individualismo solitario e conflittuale gli studiosi francesi Pierre Bourdieu (libro La distinzione del 1971) e Louis Doumont (libro, Saggi sull’individualismo del 1983). Nella descrizione della crisi dell’individualismo solitario prosegue il sociologo polacco-britannico Zygmunt Bauman definendo l’uso/abuso del Web come la sintesi di un pensiero mai sviluppato.

Il concetto di Occidente si è formato anche attraverso questi passaggi (seconda grafica con asse del tempo)

 

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