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Come selezionare le aree d’interesse commerciale nel mondo

by Giovanni Carlini
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Come selezionare le aree d’interesse commerciale nel mondo. Studio di Giovanni Carlini

Come selezionare le aree d’interesse nel mondo è un’arte. Privi d’export le nostre imprese chiuderebbero
Una delle armi per battersi contro la crisi è internazionalizzare l’impresa. Nel settore della meccanica, quasi il 70% del fatturato è collocato oltre confine. Questo dato spiega come e quanto sia importante l’espansione commerciale. Laddove non ci sono dubbi sul mantenere viva questa tendenza, in azienda resta il problema di dove andare e come.



Dove andare?
L’ICE comunica, attraverso i suoi 93 uffici nel mondo, che oltre i 7.000 km le imprese italiane entrano in crisi. Un raggio di simile portata giunge verso ovest a New York, quindi a Calcutta in direzione est. Città del Capo è a 8.600 km. Indipendentemente dalla statistica, il consiglio è di osare, contemporaneamente su tutti i mercati, attraverso le nostre delegazioni commerciali.

Come selezionare le aree commerciali d’interesse. Tecnica di contatto sul mercato estero
Un modo semplice per entrare in contatto con “il mondo” è tramite l’ICE. In assenza dell’ICE funzionano benissimo gli uffici commerciali d’ambasciata. Comunque la lista dei paesi da studiare è all’incirca di 70/80 nomi.
Il primo passo è quello di comprare una lista di nominativi di imprese del settore.  Il costo medio per lista è di 130 euro. Verranno fatturati da Roma alla ditta richiedente.

Con la lista l’azienda italiana cerca il contatto diretto o mediato tramite ICE. In questo caso il costo oscilla tra i 600 e i 700 euro. Per alcune nazioni, come il Giappone, il prezzo è maggiore. Significa investire 1.084 euro per 25 comunicazioni tradotte e guidate a destinazione.
Fin qui si è trattato di ricerca di nominativi per un contatto.

Siamo ancora alle basi di partenza. Finanziariamente si può dire che “la fase 1” ha un costo medio di 20mila euro. 

La fase 2
La fase due è più complessa perché implica la partecipazione alle fiere di settore. In pratica dare un volto ai 20mila euro già investiti. Sul discorso della fiera serve un budget di spesa. Solitamente non sfonda mai i 100mila euro applicati, in 12 mesi su 4 o 5 eventi. 
La presenza in fiera non è indispensabile. La stessa cifra potrebbe essere investita in singole visite all’estero.

E’ anche vero che in fiera è più facile incontrare più operatori. Seguendo questa traccia, i costi sarebbero leggermente inferiori e potrebbero condurre a un contratto. Al contrario gli incontri in fiera rinviano sempre a un appuntamento successivo.

Dove trovare i fondi
Seguendo il percorso, in 12 mesi si dovrebbero spendere meno di 120mila euro, il che “spaventa” tutti. Chi fa la differenza sono i bandi che sono stati aperti sull’internazionalizzazione. Sono bandi Ue, dello Stato e Regione. Basta affidarsi a chi sa fare questo mestiere. Il costo per 100mila euro di bando è di 3.500 euro IVA compresa.

Conclusione
L’internazionalizzazione è un passaggio obbligato per reagire alla crisi. I costi connessi a questa azione, non sono “impossibili”, e comunque rientrano in diversi progetti di finanza agevolata. Buon lavoro.

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