Come affrontare la crisi è il vero obiettivo e traguardo (potrebbe essere anche un motto aziendale)
Come affrontate la crisi motiva questa serie di articoli. La ricerca prosegue visitando quelle imprese, in Italia e all’estero, che stanno affrontando la crisi in forma reattiva. Il tema della serie di studi in evoluzione è sempre lo stesso: come affrontare la crisi? Appare ripetitivo questo concetto ma è fondamentale per restare sul mercato.
Visitando le più realtà si trovano esempi sui quali meditare e forse anche imitare. Le più esperienze studiate confermano un valore: subisce la cattiva congiuntura chi non reagisce! Da questo punto in poi il ragionamento evolve in una crudeltà necessaria perché educativa. Si osserva sempre più spesso in questi mesi, come il fallimento sia in realtà l’esito di un lungo percorso ciò in atto e “tollerato”. Sintetizzando, il fallimento è uno stillicidio, ovvero la conclusione di una lunga agonia, che non si è saputa interrompere. Per evitare il proliferare di questi eventi, sono qui offerti degli esempi di vita vissuta. Si osservi il motto:“il successo di oggi parte dalle scelte fatte nel tempo”
Ci troviamo a Trebaseleghe nella pianura padovana verso Treviso. L’azienda che stiamo studiando e la CR Srl (www.cr-srl.it) attiva nel campo della meccanica di precisione. Oltre 100 dipendenti, 18 milioni di euro di fatturato, quasi integralmente collocato all’estero. L’intervista coinvolge i due titolari, i signori Daniele Rossetto e Michele Rizzato.
Domanda: Grazie Signori per averci concesso questo spazio. Tra l’altro, come Redazione abbiamo molto gradito e vi ringraziamo per aver trovato così tante e diverse riviste esposte nella sala d’aspetto. Se ci leggete ci date un senso. Veniamo alla domanda fondamentale: perché non soffrite la crisi come le altre imprese?
Daniele Rossetto: A questa domanda non c’è una sola risposta ma diverse, anche perché un simile quesito noi non ce la siamo mai posto in forme così dirette. Ragionandoci sopra dobbiamo partire dal 2005 dove in Italia abbiamo cambiato sia la tipologia di lavoro, che il sistema d’approccio al cliente. Più precisamente se prima lavoravamo all’80% per un solo cliente, questo “ci spaventò” e abbiamo dovuto, in un certo senso, rifondare l’azienda.
Detto in questa maniera, non si coglie l’essenza della trasformazione che ha subito l’impresa imponendo un’intera nuova linea di macchine utensili, che ci permettono oggi di poter realizzare qualsiasi tipologia di lavorazione e componentistica nella meccanica di precisione.
“per avere nuovi clienti non abbiamo agito sul commerciale, ma ampliando i processi di lavorazione con una nuova generazione di macchinari”
Michele Rizzato: Entrando più nel dettaglio, come innovazione sulla linea macchinari, abbiamo avuto il coraggio d’acquistare nuovi importanti impianti, proprio negli anni 2008/2009 quando la crisi si faceva sentire con maggiore intensità in Italia e questo con l’obiettivo di disporre di una maggiore potenzialità. Dotati di un’intera nuova generazione di metodi di lavoro, siamo riusciti a coprire tutte le fasi di fresatura, tornitura, rettifica e levigatura. In questo modo presentandoci al cliente “a cultura completa” ci siamo potuti aprire alla competizione.
Credo che questo passaggio sia strategico, altrimenti ci si chiede come sia stato possibile passare da una decina di clienti a quasi una cinquantina. La nostra scelta d’innovazione non è stata “commerciale” ma di processo, tenendo monitorato costantemente i costi di produzione, migliorando i cicli produttivi, anche attraverso l’istituzione di isole di lavoro. Ecco, forse, come si spiega uno dei motivi di successo della nostra impresa.
Domanda: quali sono i settori della meccanica di precisione in cui operate?
Rossetto: operiamo nel bio-medicale, ferroviario, meccanica di precisione in genere, siderurgico, packaging e infine in quello alimentare. Prevenendo la vostra domanda, anticipo che non abbiamo un ambito di preferenza in Italia. Questa scelta di non scegliere l’abbiamo fatta con criterio, non per un caso, perché ci consente d’operare con il cliente su un livello d’aderenza alla sue necessità, in linea con il motto aziendale. Il nostro lavoro parte da un’intensa fase di progettazione delle soluzioni per passare, spesso, alla sperimentazione e quindi, nei casi più felici, direttamente alla produzione. Per figurare come “interlocutore” nei confronti del cliente anziché, semplicemente una controparte, abbiamo modificato la struttura aziendale della CR srl. Qui noi siamo, in un certo senso, la “capogruppo” di una holding, che si sviluppa su altre 3 imprese in grado d’assicurare lavorazioni meccaniche di grandi dimensioni, il montaggio e infine la carpenteria sia media che su impianti importanti. Nel suo complesso il gruppo d’aziende conta oltre 130 unità lavorative, assunte regolarmente e a tempo indeterminato. Quest’ultima è una mia precisazione d’orgoglio che voglio fare, specificando quanto l’impresa sia luogo d’incontro tra le persone e non solo di conflitto come spesso sembra.
Domanda: per affrontare la crisi i vostri clienti chi sono?
Rizzato: il 60% del fatturato in Italia è dedicato a 3 grandi clienti che hanno una fetta media del 20% ognuno. Il restante 40% del nostro lavoro è rivolto ai nuovi clienti, che in un certo senso “ci scegliamo” il che, sostanzialmente non possiamo affermare che azzeri gli insoluti, ma che li conduce certamente a qualcosa di modesto nella nostra realtà. Sintetizzando i nostri clienti sono coloro che utilizzano:
– macchine a iniezione per la lavorazione delle materie plastiche;
– macchine profilatrici per la lavorazione delle lamiere;
– macchine per la lavorazione di marmi e graniti;
– macchine utensili per la lavorazione dei metalli;
– forniture per il settore ospedaliero e biomedico;
– macchine per la lavorazione di prodotti alimentari;
– forniture per il settore navale e ferroviario;
– macchine per il packaging;
– macchine per stampa industriale.
“Non stiamo lavorando quest’anno ma per il successivo…..”
Domanda: come pensate evolva l’Italia?
Rossetto: Lo sviluppo del fatturato negli ultimi anni ci ha visti al massimo nel 2008 a cui ha seguito un tonfo del 30% nel 2009. Il 2010 è stato un anno di recupero tanto da riprendere le posizioni del 2008. Nel 2011 siamo cresciuti oltre il 20% e pensiamo al 2012 con un ulteriore incremento del 5-10% Quindi quest’anno lo riteniamo di modesta crescita, seguendo anche l’inerzia dell’anno precedente. Il vero punto, secondo noi, non sono questi mesi ma i prossimi, ovvero il 2013 dove potrebbero verificarsi le condizioni macroeconomiche del 2009.
Per evitare che si possa soffrire un altro anno critico, stiamo cercando d’alzare la quota di internazionalizzazione del nostro fatturato. Attualmente siamo presenti all’estero, in forma diretta, per un valore non maggiore al 10% che balza quasi all’80% attraverso i nostri clienti. Siamo determinati di aumentare l’export diretto al 15% come risposta ai dubbi sul 2013 nel senso che oggi non lavoriamo per quest’anno, ma per il prossimo.
Domanda: avete un punto di forza per come affrontare la crisi?
Rizzato: non abbiamo una produzione leader, come già detto, ma è la flessibilità il punto forte con cui ci interfacciamo con il cliente, capendone le necessità che oscillano dalla fornitura di parti meccaniche sfuse a macchinari “chiavi in mano” collaudate da noi e inviate direttamente all’utilizzatore finale nel mondo. Con questo nostro essere flessibili, i clienti ci considerano più dei partner che solo fornitori, quasi che fossimo un loro distaccamento operativo.
Conclusione sul come affrontare la crisi
Questo tipo d’impresa rappresenta oggi qualcosa che è iniziato anni fa, il che conferma l’immaturità dell’improvvisazione. L’Italia ha bisogno d’imprenditori che sappiano muoversi in un crescendo costante nel corso degli anni su più ambiti: internazionalizzazione, formazione, specializzazione e capacità di trasformazione societaria. In questo caso osserviamo una dinamica diversa rispetto alla trasformazione societaria, già osservata in altri ambiti o l’esperienza del contratto in rete. Addirittura da una realtà, ne nascono altre 3 legate in una struttura a modello holding.
L’intervista ci conferma come questa forma di società non sia prerogativa solo delle grandi multinazionali, ma invece alla portata di chi sa trasformarsi per evolvere. Ecco le parole chiave per gestire questi anni di crisi (Rossetto con intelligenza si porta al 2013 come prospettiva lavorando in questi mesi) “trasformazione” ed “evoluzione”. L’assenza di scenari di questo tipo esclude la certezza di un futuro tutto da discutere, ma almeno attivo e frutto del lavoro svolto oggi per il domani. Buon lavoro.