Il colpo di stato è il filo conduttore che unisce, in questo momento, l’Italia al triste destino della Turchia. Vediamo il perchè.
C’è un filo che unisce l’Italia alla triste sorte della Turchia di Recep Tayyip Erdoğan: il colpo di stato.
In Italia la Costituzione consente, in caso d’emergenza, d’affidare la guida del governo a una personalità di spicco. E’ giusto. Spesso la classe politica non sa esprimere una personalità adeguata nel momento che serve. E’ responsabilità del Capo dello Stato individuare quell’alto profilo che possa rilanciare l’iniziativa di governo. Si tratta di un’emergenza. Come noto il precedente Presidente della Repubblica, On. Giorgio Napolitano, ha individuato nel segretario di un partito questa mente eccelsa. Il riferimento corre al Signor Matteo Renzi. Cosa abbia spinto un capo di Stato, verso un solo segretario di partito, non è stato capito. Probabilmente la comune appartenenza alla medesima fazione. Fin qui, nulla di particolare.
Il colpo di stato italiano nasce dalla trasformazione dell’emergenza in prassi di governo.
L’emergenza è quantificabile in forse 6 mesi e quindi nuove elezioni. In Italia le “nuove elezioni” non ci sono state. Il Signor Matteo Renzi si è confermato come il dittatore di turno. La complicità (attentato alla Costituzione) di ben 2 Presidenti della Repubblica è innegabile. L’Italia conferma la sua anomalia istituzionale.
Parliamo di Turchia. Il dittatore Erdogan è un vero dittatore! Che abbia o no orchestrato il suo personale colpo di stato per esigenze interne, conta poco. Di fatto la Turchia, quella che ambiva ad entrare nella Ue, resta una dittatura di nome e di fatto.
E’ sintomatico come il Renzi esulti al fallimento dell’ultimo colpo di stato turco. Il dittatore italiano confonde la reazione di popolo con quella dei militanti di partito, immaginando il trionfo della democrazia. Confondersi è il destino dei dittatori.
Parliamo di sviluppi.
In Turchia il colpo di stato fallito (forse inventato) porta all’islamismo. In Italia il colpo di stato porta gli elettori al distacco dal voto.