Christian Pantle si concentra sulla guerra dei Trent’anni perchè la considera la prima veramente narrata dalla gente comune. Precedentemente a questo conflitto esistevano solo le cronache ufficiali redatte dalle autorità.
Ripeto che questo concetto, a me studioso, era noto a partire dalla Prima guerra mondiale. Devo prendere atto che con la narrazione di Pantle anticipa di 300 anni le mie conoscenze di sociologia: nel 1618 anziché il 1918.
Christian Pantle così scrive a pagina 5 nell’introduzione:
Si tratta di una fase di mutamenti profondi. (…) innanzitutto la rivoluzione militare che ha condotto al modo di guerreggiare moderno. Con eserciti molto più numerosi, fortificazioni e tattiche di tipo nuovo. In secondo luogo la rivoluzione dei mezzi di comunicazione, con il sopravvento dei giornali e fogli volanti che ben presto raggiungono anche i villaggi più sperduti. Nasce la comunicazione di massa e la guerra di propaganda.
Non solo la quantità dei testi a stampa conosce un enorme incremento, ma anche le persone semplici imparano a leggere e scrivere. Contadini, artigiani, soldati e parroci di campagna, ci hanno lasciato un’abbondanza di cronache e diari mai esistita prima. A differenza di tutte le guerre precedenti, disponiamo in questo caso, non solo dei resoconti ufficiali, ma anche di quelli provenienti dalle persone normali.
Questo è uno dei motivi per i quali la guerra dei Trent’anni ci appare più crudele rispetto ai conflitti del passato.
L’autore prosegue e conclude l’introduzione con una considerazione. Testi anche molto autorevoli dedicati a questa guerra, concludono la loro storia con la morte dei protagonisti.
Chiuso il sipario sul condottiero cattolico Albrecht von Wallenstein e il calvinista Gustavo II Adolfo re di Svezia, pare la guerra sia finita. Le morti avvengono negli Trenta del Seicento però il conflitto prosegue per altri 18 anni!!!
Gli storici “spiegano” i restanti 18 anni su 30 della Guerra dei Trent’anni, come trattative di pace tra corti in Europa. L’Europa è narrata come una landa desolata e affamata. Il libro di Christian Pantle invece prosegue grazie a due diari. Un monaco benedettino e un soldato di ventura, tramite i loro racconti ci permettono di capire cosa sia stata realmente la guerra.
Si allegano ben 3 immagini del generale Albrecht von Wallenstein. La scelta è di pura partigianeria essendo di parte, ovvero mi sento più propenso ai cattolici che ai protestanti.