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Che ci fai con il 1° maggio? Prof Carlini

by Giovanni Carlini
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Che ci fai e a che serve il 1° maggio? Francamente non lo so. Ufficialmente si celebra il lavoro, ma questo sembra che sia appannaggio di una parte politica che s’appropria di un qualcosa.

Si tratta della stessa faziosità che vuole il 25 aprile come festa “di una parte della Nazione”; non tutta!

Il combinato disposto del 25 aprile più il 1° maggio mette tristezza al Paese. Quelle stessa tristezza già vissuta quando non si poteva neppure accennare al dramma delle foibe.

Perché questa Nazione deve restare ostaggio di una parte? In base a quale principio di civiltà, di correttezza, di logica e valore, una parte deve appropriarsi su scala nazionale del lavoro e della fine del secondo conflitto?

Nessuno l’ha mai capito o ha giustificazioni a ciò. Rimane quindi la domanda: che ci fai con il 25 aprile monopolizzato da una parte? E non è finita: che ci faI con il 1° maggio se viene spacciato per una dimensione sindacale e di una fazione sull’altra?

Sono domande che non trovano risposta, ma producono effetti: disaffezione, distacco, disinteresse, non voto, non pagamento delle tasse.

La lista dei “non” potrebbe proseguire e allungarsi fino a definire l’anomalia italiana.

Ecco il punto: ANOMALIA ITALIANA.

Esattamente è questo il punto di coagulo delle anomalie 25 aprile-1° maggio.

Che cosa vuol dire anomalia italiana? Significa un Paese dove si pagano troppe tasse, perché lo Stato vuole fare lui stesso troppe cose. Semplice no? 

Uno Stato, quello italiano, che costa 25 miliardi al mese, ovviamente pesa sulla Nazione in termini di tasse. Il problema non è cercare di spremere il contribuente, ma snellire l’apparato statale-burocratico.

Ecco che rovesciando il punto di vista è possibile riuscire a capire qualcosa.

Rovesciando il 25 aprile-1° maggio, azzerando una parte a favore di tutti, è possibile capire.

L’art. 1 della Costituzione afferma: L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro. Bello, e chi il lavoro non lo ha come 3,5 milioni di persone? Pagliacciate di sinistra!

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2 comments

Mattia Ronchi 2 Maggio 2020 - 0:07

Pagliacciate di Sinistra!!! Concordo!!! Sarà una stupidata ma per fortuna una nota positiva quest’anno c’è stata… l’annullamento del “concertone del primo maggio” altro strumento di sgradita propaganda comunista.

Giovanni Carlini 2 Maggio 2020 - 12:23

Carissimi, grazie per essere passati e da queste parti e aver lasciato un commento, tra l’altro, particolarmente gradito. ATTENZIONE, la frase volutamente scritta “pagliacciate di sinistra” non vuol dire che chi ha scritto non sia di sinistra (in effetti non sono per nulla comunista o di sinistra, ovvero non credo nell’importanza centrale dello Stato come regolatore della società rispetto la centralità della singola personalità che va invece potenziata e curata per svilupparsi) vuole intendere invece che ogni festa, che pretende d’essere Nazionale, non deve mai e poi mai chiudersi in una parte del Paese senza tutto coinvolgerlo.
Relativamente alla questione se sono di destra o sinistra; il concetto va spiegato in altro modo.
Chi pensa che la società debba essere regolata e gestita dallo Stato è di sinistra.
Al contrario ritenere la persona individualmente presa come il punto di costruzione della comunità intorno al quale ruota il Codice Civile e la legge 1 dello Stato (la Costituzione) auspicando al privato anziché la gestione dello Stato, è di destra o di centro.
Serve un esempio: lo Stato per ogni singolo studente spende 6.500 euro/anno. Questa spesa/investimento potrebbe essere minore e con maggiore efficacia se fosse affidata ai privati e lo Stato si limita al rispetto dei capitolati d’onere del contratto? Ecco che se dovessimo accettare anche solo l’idea del confronto con “il privato” non si può più essere di sinistra (tutto e solo stato) ma ci si riconosce in un centro (ci poniamo il dubbio) o nella destra (vogliamo l’intervento del privato nella gestione dei servizi per la Nazione.
In gamba ragazzi e ancora grazie.

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