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Carlo Azeglio Ciampi e la voluta frattura sociale

by Giovanni Carlini
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Carlo Azeglio Ciampi e la voluta frattura sociale

Il Signor Ciampi è morto. Tutti muoiono, niente di speciale. L’occasione è comunque valida per una contro-storia del personaggio.

Ciampi è stato il primo economista nell’era globalizzata, in Italia, ad agire incurante delle conseguenze sociali. Sicuramente l’urgenza di salvare il Paese ha influito nelle sue decisioni. La colpa, imputabile al soggetto, è di non aver voluto successivamente correggere le sue azioni. Finalmente c’è un vero e inequivocabile colpevole della frattura sociale in atto in Italia.

Mi spiego.

Si ha frattura sociale quando ci sono troppi pochi ricchi e tanti poveri. Per poveri, nel mondo occidentale, non s’intendono i “senza tetto” (anche) ma famiglie prive del necessario. Il quadro però non è completo. La povertà sociale introdotta dal Ciampi in Italia non deriva solo dall’euro. La moneta unica introdotta equivale al raddoppio del costo in lire. Detto in altre parole è come se l’Italia avesse adottato il dollaro americano come sua valuta nazionale. Altrettanto fece l’Argentina nel 2001. Attenzione a quest’equivalenza che spiega il cuore del problema.

Con un Paese e un’economia in lire si è passati al raddoppio dei costi, ovvero al dollaro statunitense che noi ora chiamiamo euro. Quest’evoluzione è rimasta però formale. Oggi abbiamo ancora un’economia in lire che compete con una moneta dollarizzata (euro). Il fallimento dell’Argentina è palese. Il fallimento dell’Italia resta nascosto. 

Per spiegarsi ancora meglio è bene fare un paragone tra pressione sanguigna e corpo umano. Gli essere umani hanno corpo e sangue. La relazione tra il sangue e il corpo si misura in “pressione”. La pressione non dev’essere né alta né bassa. Certamente di alta pressione si muore. Nel corpo economico nazionale è stata “pompata” una moneta di alta pressione. Quest’alta pressione si chiama 2 volte la lira, quindi euro = dollaro Usa.

Il meccanismo sarebbe dovuto essere diverso. Ok al raddoppio dei costi in lire per salvare il Paese ma con aggiornamenti nel campo dell’economia che non ci sono stati. Ancor oggi le imprese italiane hanno 2,3 dipendenti a testa. Quelle tedesche 32! Qualcosa non quadra. La responsabilità è di Ciampi. Non è finita, ora si giunge alla parte più grave.

Carlo Azeglio Ciampi fu un economista. Precisamente il primo economista italiano in era globalizzata, che non ha assolutamente studiato le conseguenze sociali delle sue azioni.

La precarietà in campo economico si è trasferita nel sociale e privato. Questo aspetto non fu capito, pensato, previsto e tutt’ora resta trascurato. Ciampi è stato incapace di un esame di coscienza minimo. Ne deriva una frattura sociale basata su un numero di famiglie povere troppo elevato. Non solo, ma anche un’incertezza di fondo che attraversa tutte le coppie italiane. Questo perchè è stato trasferito nel personale il mondo precario economico. Ci amiamo di meno, litighiamo di più: grazie Ciampi.

Ciampi conferma come non basti essere solo economista per governare un paese. L’età della crisi in era globalizzata è iniziata con Carlo Azeglio Ciampi.

La foto a corredo di questo studio si riferisce a una personalità ben più seria: Keynes. Pronunciando Ciampi serve ritrovare serenità guardando altro.

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