Carenza come comunicazione ed espressione da parte degli umani. Gente in gamba, sensibile, capace di recepire emozioni che tiene tutto dentro.
Si tratta di una patologia molto frequente in persone di fasce d’età tra le più disparate. Non basta essere giovani e immaturi per comunicare in forma non adeguata.
Inoltre la malattia coglie l’Occidente in particolare rispetto alle altre 8 culture del pianeta Terra e tutti i paesi. Non si può quindi dire che sia un disturbo italiano come francese ma certamente occidentale. Cosa accade?
Sempre più frequentemente le persone sono e soffrono la solitudine. Si tratta di una solitudine percepita pur vivendo in coppia. Anzi la coppia e la famiglia sono i luoghi privilegiati per sentirsi soli!
In realtà è la stessa carenza di comunicazione a scatenare la solitudine nella coppia. Vuol dire che il NON PARLARSI ADDORMENTA (non educa) I PARTNER ALL’ATTENZIONE DELL’UNO VERSO L’ALTRA.
Mi spiego meglio. Oltre i primi mesi d’emozione/eccitazione, pur con un fidanzamento negli anni, si perviene naturalmente al matrimonio. Le coppie che convivono sono immature sul piano della comunicazione affettiva. Significa incapaci di assumersi le responsabilità dell’amore.
Tagliate fuori le coppie conviventi come in carenza di responsabilità (l’amore è responsabilità!) nella vita di coppia reale, quella coniugata serve l’educazione all’attenzione tra partners. Questa educazione si sviluppa e mantiene COMUNICANDO all’altro.
Significa parlare, ragionare, discutere, confrontarsi ovvero leggere e commentare con il partner.
Ci si sposa perchè il compagno di vita sia la nostra memoria vivente. E’ grazie all’altro che abbiamo la percezione della nostra vita in scorrimento.
Tutto ciò s’interrompe quando SI SMETTE DI COMUNICARE.
La foto di copertina è stata posta qui come esempio. Notate la cura nei colori che emerge da quella foto. E’ vero che si tratta solo di meteorologia ma si seguano i dettagli cromatici così intensi.
Le persone, quindi le coppie o anche gli amici, smettono di parlarsi quando danno per scontato che la vita sia già vissuta. E’ la noia che diventa malattia, tumore dell’anima. Un cervello che ha le ragnatele ripiegandosi su se stesso.
Perchè ridursi allo stato di lamentarsi degli altri senza agire noi stessi?
2 comments
grazie per questa riflessione. Niccolò
ben detto Niccolò
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