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Capitalismo! Si tratta di un’era, una stagione del genere umano che contraddistingue la nostra esistenza dalla rivoluzione industriale del 1750. Passando da una forma d’artigiano organizzata all’industria, questa trasformazione ha permesso la nascita di un diverso impiego del capitale da cui il cosiddetto e più precisamente “capitalismo”.

Quanto avvenuto prima, ad esempio con la Riforma del 1500, in realtà sono stati solo rubati dei beni alla Chiesa Cattolica (conventi e monasteri) per farne luoghi di produzione agricola e artigianale; nulla di più. Serviranno ben due secoli per passare dal primario al secondario.

Ecco che il capitalismo si confermò come “un fare, costruire, modellare, trasformare”. In pratica dagli inizi dell’Ottocento ai tardi del Novecento (1975 all’incirca) il capitalismo ha prodotto e trasformato la vita come il mondo!

Questo tipo di capitalismo industriale è stato anche chiamato societario (non ne so il perchè).

Probabilmente il capitalismo squisitamente industriale è chiamato societario per aver contribuito alla nascita delle città e dell’urbanizzazione, in completa trasformazione rispetto al mondo rurale.

Comunque fino agli anni Settanta del Novecento, in Occidente, ci fu il contratto a tempo indeterminato, le fabbriche produssero ed assunsero in grandi quantità e i beni furono prodotti come mai nella storia dell’umanità. Però, in quegli anni si dovette assistere a due crisi formidabili:

  • la crisi petrolifera con aumento dei costi di produzione;
  • la crisi da sovrapproduzione per cui nacque un nuovo problema: cosa si può ancora fabbricare?

Posti di fronte alla necessità di continuare a produrre, ma non si sa cosa, si fece strada l’idea dei “servizi” in aperta sostituzione/integrazione alla cultura del fare.

Nel passaggio “del fare” alla manutenzione servendo il cliente, si persero molti posti di lavoro quindi ne conseguì disoccupazione inflazione (più tardi chiamata stagflazione).  Anche il nome del capitalismo cambiò, da industriale divenne finanziario. Su quest’ultimo termine ci sono diverse interpretazioni; c’è chi lo ha voluto chiamare tecno-nichilista.

Francamente chiamando il capitalismo in questo modo, tecno-nichilista s’afferma tutto, ma non si dice nulla. Ed ecco che sopraggiunse negli anni 70′ il capitalismo finanziario fonte degli attuali problemi di stabilità per gli Stati e la Società civile, entrambi ultra indebitati.

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