Cannibalizzazione come metodo e sistema per sopravvivere e mantenere in efficienza una linea di volo. Non dovrebbe accadere perchè la disponibilità dei “pezzi di rispetto” è solitamente assicurata, ma così non è. In realtà, questa prassi non è una procedura solo militare e specificatamente aeronautica. La cannibalizzazione, in ambito tecnico, esprime arte del vivere.
Allegato a questa riflessione, c’è un articolo in pdf recentemente apparso sulla stampa italiana. Ne sono veramente onorato e felice. Lo studio è a mia firma e particolarmente ricco d’immagini tratte da diversi ambienti.
Studiano i musei aeronautici americani, emerge un’importante verità. Per mantenere in linea di volo degli aerei datati (seconda guerra mondiale) non si può che cannibalizzare!
Non esistono pezzi di ricambio che possano sostenere un Me-109 o Spitfire. Ne deriva che questi musei sono letteralmente a caccia di rottami da cannibalizzare. Ovviamente l’officina può costruire di sana pianta il pezzo necessario, ma i costi sono alti. Del resto anche cercare “carcasse” per il mondo non è meno costoso!
Ciò di cui QUI SI LAMENTA E NON RIPORTATO NELL’ARTICOLO IN PDF, E’ L’ASSENZA DI UNA SCUOLA DI CANNIBALIZZAZIONE. Vuol dire che l’arte viene imparata solo con l’esperienza. E’ un concetto affascinante, ma “pericoloso”.
Attualmente, in ogni officina aeronautica si pratica l’arte della cannibalizzazione. Il tempio dell’applicazione è ovviamente nei musei e in particolare in quelli statunitensi. Questo perchè è solo negli Usa che gli aerei dei musei spesso rullano anche sulla pista.
Certo, si dirà, è questione di fondi. E’ vero. Infatti negli Usa c’è un sistema fiscale di scarico delle spese per cimeli militari, che garantisce la sostenibilità dei musei. In Italia non siamo ancora giunti a questo livello di maturità.
Io non credo sia “questione di fondi”, (anche). Credo sopratutto che sia una carenza culturale quella che porta al disinteresse per la nostra storia. Vale per il Colosseo a Roma come per ogni reperto che abbiamo, compresi i nostri aerei.
C’è un altro guaio da considerare. Gli aerei italiani del passato (anche secondo conflitto) erano di tela contro quelli alleati di metallo.
Il recupero di un cimelio aeronautico, anche dal mare, se di tela non è possibile a differenza dei veicoli alleati. E’ già difficile il restauro di un aereo alleato di metallo ritrovato, figuriamoci quelli di tela italiani! Ciò non dovrebbe però ridurre la voglia di passione.
Buona lettura per il pdf qui allegato.
cannibalizzazioneaero
2 comments
Interessante articolo, materia nuova su cui ragionare, difficile trovare scritti che parlino di questo.
Ovviamente gli italiani sono maestri nell’arrangiarsi, lo hanno dimostrato gli specialisti durante la seconda guerra mondiale e lo dimostrano tuttora nei reparti di manutenzione.
Grazie Giovanni per questa piccola perla in un mare di notizie sempre più simili e ricalcate una sull’altra, la tua è un po’ di aria fresca.
Silvio
grazie per questo prezioso apprezzamento, resto in obbligo culturale alla Sua attenzione
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