Bonanate Luigi è il professor Bonanate qui descritto in seconda battuta per il suo libro, “La crisi. Il sistema internazionale vent’anni dopo la caduta del Muro di Berlino” edito da Bruno Mondadori nel 2009.

Il messaggio utilizzato dal libro è molto diretto, qui descritto per punti:

  • se nel decennio 1919-1929 s’è vissuto di fiducia e ottimismo, sia in Europa come negli Stati Uniti;
  • nel successivo periodo di 10 anni, dal 1929 al 1939, il sentimento dominante è stata l’angoscia; quindi è seguita la guerra.
  • l’autore, prendendo spunto da questo periodo storico, lo applica nell’asse di tempo dal 1989 (caduta del muro di Berlino) fino al 2001 riconoscendolo come momento storico felice. Dall’attacco alle torri gemelle fino al 2009, il prof Bonanate “vede” prospettive di guerra.
  • un altro ragionamento interessante, svolto nel testo, è come la globalizzazione s’è formata. Dall’ottimismo del decennio 1986-2001, immaginando che nulla più potesse dividere le diverse culture del pianeta, ci si è illusi di poter percorrere un percorso comune. L’idea di fondo è stata d’unire gli aspetti economici (la via più facile) rispetto a quelli politici, praticando una convergenza di consumo su beni specifici: telefonia ed informatica. Così non è stato e le molte promesse che la globalizzazione ha fatto non sono state mantenute.

Questi sono i primi ragionamenti che emergono fino a pagina 50 delle 172 del testo.

Come già scritto nel precedente studio, i decenni del prof Bonanate per realmente adattarli al nostro tempo vanno trasformati in ventenni nella parte attuale. Quindi 2001-2019 anni turbolenti ma di crescita, 2020-2024 anni di guerra, epidemia e timore. Sorge però un dubbio. Non è forse nella storia dell’umanità che a momenti di sollievo seguano periodi oscuri? Cosa c’è d’originale nel confronto tra 20 anni che hanno rappresentato un alto e un basso e un altro ventennio di un secolo successivo?

Certo lo sforzo del prof Bonanate è quello di cercare di leggere il futuro, ma lui stesso scrive che quest’anni del secolo Duemila non hanno alcuna correlazione con il passato. Immagino che anche il Novecento non sia comparabile come non lo fu l’Ottocento e quindi? Tra l’altro qui è stato scritto che il periodo 2001-2019 è stato tutto sommato credibile come benessere collettivo; è vero al netto di diverse guerre in corso e di una formidabile crisi finanziaria. Certamente le difficoltà del ventennio 2001-2019 appaiono meno complesse di quelle in atto dal 2020 ad oggi, tra pandemia, milioni di morti e guerre.

Le riflessioni qui esposte non sono critica distruttiva al libro citato, ma solo riflessioni necessarie a proseguire nello studio del testo.

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