Il bidet sarebbe un prodotto perfetto per gli Stati Uniti. L’argomento è internazionalizzazione, quindi esortare le aziende italiane a darsi una mossa. Attualmente gli imprenditori italiani su questo tema, dormono!
Il bidet già esiste ed è regolarmente venduto negli Stati Uniti. Il problema è che è venduto male a un’utenza che lo apprezza. In pratica avete presente un cortocircuito? La lampadine si vuole accendere, la corrente vuole arrivare ma non riesce a passare un ostacolo. Tutto qui. Come si agisce in un mercato dove il bene è già prodotto ma male presentato?
In questo caso serve sia tecnologia sia il marketing. E’ un classico.
L’industria italiana, specie a nord di Novara è leader nel mondo per la rubinetteria. Non ditelo a nessuno. è un segreto. Sto scherzando, lo sa tutto il mondo. Infatti è in questo distretto che mi sono rivolto a degli imprenditori per esortarli sul mercato americano. Niente! Non c’è nulla da fare! Oltre casae bottega questa gente non sa andare. Imprenditori che potrebbero crescere restano dei padroni che strillano nella loro officina. E’ un limite di mentalità.
Comunque dal distretto della rubinetteria italiana possono emergere (ma già ci sono) le novità tecniche. Chi ricorda l’idea del rubinetto a risparmio idrico che taglia il consumo di acqua del 50% aumentandone il getto? Ebbene una soluzione di questo tipo esiste ma non è stata ancora valorizzata. Alla faccia di tutta la siccità che l’Italia stessa soffre!
Alla tecnologia innovativa che spiazzerebbe il prodotto americano esistente, si somma il marketing. Boom!
Il bidet va presentato per quello che è: un incremento dell’igiene personale. Un di più che faccia la differenza nel campo dell’incidienza delle malattie dell’apparato genitale umano. Un argomento su cui il pubblico americano è molto, molto e molto attento.
Operativamente parlando serve:
- uno stabilimento di produzione da aprire negli Usa: costo 200mila euro
- una campagna di marketing dal costo di 50mila euro.
Io sono sul posto con i contatti adeguati, chi si aggrega?