Le basi morali di una società arretrata è un libro del 1958 che studia il comportamento degli italiani nel profondo sud.
Premessa per capire su cosa stiamo ragionando
Edward C. Banfield è stato uno studioso statunitense di politica, vissuto tra il 1916 e il 1999. Professore in diverse università americane e consigliere di più presidenti, è venuto in Italia per studiare. Banfield, fermandosi molti mesi in Lucania, ha scritto una monografia. Nella ricerca sociale svolta, l’autore entra nel profondo del comportamento umano. Benché il periodo di riferimento sia a metà degli anni Cinquanta, in realtà, ci sono molti passaggi ancora attuali.
Lo studio monografico
Louis Dumont nel suo SAGGI SULL’INDIVIDUALISMO a pag. 228 scrive: la monografia etnografica completa, così esageratamente screditata ai giorni nostri è uno dei motivi di crisi dell’antropologia (ho aggiunto le ultime parole). Lo studio di Banfield è una monografia! Eppure è raro trovare un libro così disprezzato dalla cultura ufficiale. Ovviamente si tratta di un disprezzo del tutto gratuito e inutile. Le basi morali di una società arretrata, come testo esprime un raro punto di riferimento nella sociologia. I suoi racconti tra l’altro, emergono da 320 interviste svolte a 16 famiglie. Inoltre la metodica di ricerca è stata svolta secondo il metodo TAT. Il Thematic Apperception Test si basa su 20 immagini (tra cui anche un foglio bianco) posto in visione all’intervistato. Questi esaminando il disegno nel foglio esprime uno stato d’animo. I disegni del TAT sono stati approntati dal Dr. Henry A. Murray della Harvard Psychological Clinc. Questo per dire che la ricerca monografica fu svolta con un criterio.
Le basi morali di una società arretrata
La ricerca vuole capire le cause del sottosviluppo. Nel dettaglio l’assenza d’impegno sociale e politico. Come mai un pari centro abitato agricolo del Kansas registra un’altra partecipazione pubblica, quando è zero in Lucania? Perchè nessun contadino del posto dona nulla alle suore per il locale orfanotrofio? Eppure tutti sanno che le bambine ospitate nell’orfanotrofio sono alimentate sotto degli standard alimentari! Non solo, ma ogni famiglia intervista teme la morte improvvisa lasciando i figli in povertà. Ci sono delle feroci contraddizioni che vanno studiate. Infatti lo stesso terrore della morte improvvisa non c’è tra i contadini di Rovigo, ad esempio. La diversità consiste nel modello familiare adottato. In Veneto la terra è coltivata da grandi nuclei familiari allargati, dove il lutto è elaborato dalla comunità. Al contrario in Lucania ogni famiglia è un mondo a sé ostile e opposto alle altre famiglie. Il risultato è che gli orfani lucani sono abbandonati mentre quelli veneti allevati nella comunità.
La vicenda degli orfani tra il Veneto e la Lucania sono dettagli che s’inquadrano in questo grande studio monografico profondamente vilipeso dalla cultura nazionale.
Seguiranno ulteriori approfondimenti.