Autovetture Volvo? no grazie, sono sotto controllo cinese. Con queste prospettive i consumatori occidentali disertano l’acquisto. Nessuno l’avrebbe immaginato ma ora è finalmente realtà.
Autovetture Volvo? no grazie. E’ sempre più diffuso il “no grazie” al made in China. La motivazione è puramente e giustamente ideologica. Si applica così un embargo a tutto quanto proviene da una dittatura comunista: la Cina! Una tale selezione di scelta nel prodotto si concretizza su quanto possibile da individuare direttamente. Diventa ovviamente più complesso quando il made in China s’insinua come componentistica. Comunque è già un punto a favore della civiltà e dell’Occidente, che sia iniziata una severa selezione sul bene da acquistare scartando quello proveniente o coinvolto con la dittatura comunista.
Perche e come mai si è finalmente giunti a questo livello? In realtà, più che a farne le spese il prodotto cinese, (ed era ora) c’è in atto un rigetto del concetto di globalizzazione. Scartando l’era globalizzata “ci vanno di mezzo” i protagonisti ignari di questa stagione, che vive dal 2001. La globalizzazione è ufficialmente iniziata con l’ingresso della Cina nel WTO a novembre del 2001. A quella data gli americani imposero a forza la Cina al commercio mondiale. Il motivo fu salvaguardare gli investimenti Usa in Cina. Da allora il paese asiatico ha preso la sua strada diventando oggi la minaccia che rappresenta per la cultura del mondo e l’Occidente.
In questa prospettiva, il concetto Autovettura Volvo? no grazie, perchè un prodotto cinese, trova la sua motivazione culturale.
Giorni fa un cliente entra una concessionaria Volvo e chiede: vorrei comprare una macchina di questo marchio ma siete di proprietà cinese? Il venditore risponde: per fortuna siamo sotto proprietà cinese! A quel punto il potenziale cliente ringrazia ed esce senza comprare. Ecco a cosa si è ridotta la Volvo. Peccato, è ancora un bel marchio, ma deve tornare svedese se volesse ancora brillare.