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Aurelio Lepre e il suo libro sulla Repubblica di Salò – puntata 3 di più riassunti

by Giovanni Carlini
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Aurelio Lepre è l’autore cui questi riassunti sono dedicati semplificando anche lo studio della materia agli studenti.

A pagina 126 si sottolinea come la “questione Ciano” sia stata considerata da tutti un fatto interno alla famiglia Mussolini. Certamente però, per quanto nel perimetro di fatti privati, Ciano tradì pubblicamente il suocero. Agli occhi dei tedeschi la vicenda Ciano non poteva che avere solo un finale. Su questo specifico aspetto, l’immagine di Mussolini agli occhi di Hitler, il Duce non poteva transigere! Senza dare spazio alle suppliche di grazia da parte della figlia, Benito Mussolini sentenziò la pena di morte per il genero.

Ciano fu un genero molto poco impegnato nella famiglia e rispetto di coppia. Donnaiolo e superficiale, il Ciano non ha mai brillato per limpidezza di pensiero e innovazione d’idee. La morte del Ciano per fucilazione non privò la dirigenza fascista di alcun che.

Sulla modestia del Ciano, Aurelio Lepre sorvola, sottolineando invece a pagina 127 e 129 il difetto di tutti i dittatori. Il riferimento è all’eccezionale modestia dello staff che solitamente circonda un duce. E’ così raro (forse non è mai accaduto) che uno Stalin quanto Hitler o Franco chiamassero nel loro staff “teste d’uovo”. La posizione di leader come produttore d’idee innovative non potrà mai essere svolta da altri se non dal dittatore stesso. Ne consegue una modestia assurda nello Stato Maggiore di un autoritario.

In realtà non serve scomodare la politica per constatare la modestia nella leadership. E’ sufficiente osservare cosa accade nelle imprese, non ultime e specificatamente quelle italiane. A un imprenditore “modesto” (particolarmente diffuso nell’Italia dal 2008 al 2019) si contrappone un piattume importante nei manager. In Italia è “manager” spesso un ragazzino a cultura incompleta (sotto i 35 anni). Infatti l’economia pubblica e privata italiana non rende e funziona. Chissà come mai?

A pagina 146 del testo, Aurelio Lepre assegna la responsabilità per la guerra civile. Gli “imputati” sono il Duce e il Generale Graziani. Segue la citazione dal testo:

La formazione dell’esercito della RSI fu determinante nel dare un carattere drammatico alla spaccatura fra italiani. Le responsabilità di Graziani nello scatenare la guerra civile furono quasi uguali a quelle di Mussolini. Mentre la milizia di Ricci mobilitava solo fascisti, la formazione dell’esercito di Graziani si rivolse a tutti i giovani del nord Italia. La diserzione fu un atto drammatico e consequenziale.

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