Assassinio del giornalismo. Il riferimento è al corrispondente dagli Usa del Sole 24 Ore. Chi ha ucciso il giornalismo?
Assassinio del giornalismo è da colui che non narra i fatti, ma indottrina il lettore. Le notizie, per l’assassino della professione, rappresentano una scusa per distorcere i fatti o leggerli in forma unilaterale. In queste condizioni non c’è più informazione, ma distorsione. Il caso si assimila a quella situazione dove i giornali di partito diventano fonte unica d’informazione. Il riferimento è alla Cina comunista e dittatoriale di oggi, come alla Russia e alla Turchia di questi ultimi anni.
Che il giornalista tal dei tali, in questo caso lo spunto lo offre Marco Valsania del Sole 24 Ore, sia un fazioso è comprensibile. Non tutti sono perfetti e c’è sempre chi vuole prevaricare e indottrinare gli altri. Si chiamano agitatori politici. Questi soggetti ci sono ovunque. Il guaio non è tanto che ci sia il teppista di turno a zonzo tra la carta stampata, ma qui entra in gioco la direzione del giornale. Ecco il punto. Non è tollerabile che una testata, che dovrebbe essere indipendente, come il Sole 24 Ore, tolleri e accetti come corrispondere o giornalista chi distorce i fatti. Chi lo fa sistematicamente!
Marco Valsania è pesantemente ostile al nuovo presidente degli Stati Uniti. Questo limite nel Valsania condiziona ogni corrispondenza dall’estero che si perde in una sequela di sterili critiche alla Presidenza. Un problema di faziosità di questo tipo si soffre anche sui canali della RAI con una donna pesantemente ostile al Presidente e anch’essa corrispondente dagli Usa. La stessa tizia non è ancora stata rimossa dall’incarico. Non ricordo il nome del soggetto ancora “giornalista” della Rai.
Va ricordato che è GIORNALISTA NON è UN INDOTTRINATORE, MA COLUI CHE SA NARRARE I FATTI IL CUI GIUDIZIO SPETTA AL LETTORE. Colui che ha idee sue e personali, non faccia il giornalista, ma il propagandista. L’arte del giornalismo è saper narrare affinché il lettore si formi un’idea. Per la propaganda non serve un giornalista, basta un ragazzo di bottega che volantini in piazza.