Home INDUSTRIA E AZIENDALERAPPORTI METALLIRapporti metalli - 2010 Al 30 Agosto 2010 il rapporto metalli studiato dal prof Carlini

Al 30 Agosto 2010 il rapporto metalli studiato dal prof Carlini

by Giovanni Carlini
0 comments

al 30 agosto Testo e grafici per studiare il rapporto metalli

Rapporto Semilavorati
Aggiornamento al 30 agosto 2010 di Giovanni Carlini

Fonti:
– Quotazioni Ufficiali London Metal Exchange – indici LME, COMEX e NYMEX.,
– Quotidiano: Il Sole 24Ore e suo sito “Metalli 24 materie prime”
– Associazioni: Assofermet e Camera di Commercio di Milano

CONSIDERAZIONI A CARATTERE GENERALE E PROIEZIONI FUTURE

Il quadro della situazione
Il quadro si presenta con due aspetti; uno positivo di corto respiro e l’altro problematico se osservato sul medio e lungo periodo.
Sul piano delle “buone notizie” migliora anche a luglio e agosto l’output mondiale di acciaio. Secondo la World Steel Association infatti il settimo mese dell’anno ha registrato, con 114,7 milioni di tonnellate, un incremento del 9,6% rispetto allo stesso mese del 2009. La Cina rimane con una produzione mensile costantemente sopra i 50 milioni di tonnellate, mentre segna un forte aumento anche il continente americano trainato ancora una volta dagli Stati Uniti. Rallenta invece a luglio la produzione mondiale di ghisa con i volumi globali fermi a quota 84,5 milioni, contro gli 86,1 registrati a giugno, segnando un -1,9%.
Sempre su questa via c’è da rilevare una fiammata di prezzi in fine agosto su diverse voci. Considerando l’onda rialzista partita dal mercato del rottame si arriva ai nuovi prezzi dei laminati mercantili. A fine agosto un importante produttore italiano ha aumentato le proprie quotazioni di circa 30 euro la tonnellata, rispetto ai listini precedenti e da lunedì 30 agosto sono previsti incrementi anche da parte delle acciaierie, che per ora erano rimaste in attesa sulle travi, billette e tondo c.a. Le motivazioni di questi rincari, sono da ricercarsi nello sprint del rottame, che ad agosto è salito di una trentina di euro la tonnellata sui mercati europei ed internazionali.
Allargando però lo sguardo sul lungo periodo, se qualche mese fa, preda di superficialità, la stragrande maggioranza degli “analisti” annunciò la fine della crisi, oggi la situazione è rovesciata. Negli Stati Uniti, dove rispetto all’Europa, le idee circolano più rapidamente e sono meno timorose d’affermare il proprio punto di vista, ben il 46% degli analisti considera graficamente, l’attuale crisi in corso dal 2008, con una forma a W. Ciò significa attendersi “il secondo colpo” ovvero un ritorno di condizioni dure come furono sperimentate nei primi mesi del 2009. Il 29% ritiene invece che la crisi abbia una forma grafica espressa da una U per cui il peggio è passato. Il 20% pensa a una L per cui in questi mesi soffriremo una lunga stagione di stagnazione, mentre il 5% immagina una V con un prossimo periodo sereno, dove ogni giorno che passa è meglio del precedente. Sicuramente ognuno può vedere il futuro come preferisce e soprattutto, in base alle proprie personali stime convalidate dal ritmo degli affari che lo contraddistingue, peccato che il Governatore della FED americana faccia parte di quel 46% in base al quale ha recentemente messo in guardia il Congresso.

Notizie dagli USA: prezzi dei coils fermi
Sul mercato degli USA i prezzi dei coils laminati a caldo e a freddo non osservano variazioni significative mantenendosi su un trend sostanzialmente negativo. Infatti sono attese delle ulteriore diminuzioni nell’ordine dei 20-45 dollari la tonnellata. Tuttavia, tra gli operatori USA vi è anche chi ritiene che il mercato nei prossimi mesi mostrerà un riequilibrio, anche se caratterizzato da continui alti e bassi considerando gli attuali livelli di sovrapproduzione (si tornerà alle ferie forzate delle maestranze per ridurre i volumi?)

La tendenza nel mondo del prezzo dei coils
I fornitori messicani che operano sul mercato statunitense non hanno mutato, per il momento, le offerte di coils a caldo, mentre per quelli a freddo si registra un ribasso di circa 20 dollari la tonnellata (il che realizza una convergenza con le quotazioni locali). Oltreoceano, la Russia ha diminuito di una decina di dollari le richieste per i coils a caldo, mentre le offerte cinesi segnano un ribasso di 10 dollari e le proposte indiane restano invariate.

USA: il mercato del tondo è ancora in difficoltà
Il mercato americano del tondo sta dando segni di ulteriore rallentamento, con i produttori che trovano sempre più difficile riuscire a resistere sui prezzi anche se sono più bassi rispetto a luglio. Del resto, le riduzioni applicate dalle acciaierie avevano coperto solo la metà del ribasso dell’extra-rottame, lasciando spazio a ulteriori ed eventuali correzioni negative dei listini.
Nel frattempo, le quotazioni spot segnano un calo posizionandosi al livello di 640-650 dollari la tonnellata. In questa fase i prezzi del tondo sono ampiamente negoziabili, a causa soprattutto della debolezza del settore edilizio che in agosto ha toccato il punto più basso da 15 anni a questa parte.
Per quel che concerne le importazioni, le offerte del Messico hanno continuato ad allinearsi ai ribassi registrati sul mercato locale USA e attualmente si attestano a 617-639 dollari la tonnellata consegna al confine (in costante calo). In aggiunta, i fornitori messicani sono ancora alle prese con gli inconvenienti dovuti all’uragano Alex, il cui passaggio ha creato notevoli difficoltà nell’ambito dei trasporti ferroviari e su gomma. Sui mercati d’oltreoceano, intanto, le quotazioni del tondo mostrano una relativa stabilità, nonostante in Turchia il rottame abbia segnato un ulteriore rincaro di circa 10 dollari. Le proposte agli States si confermano a 617-639 dollari la tonnellata FOT porti del Golfo USA.
Nel primo semestre 2010 +84% annuo per l’export italiano di acciai piani nei paesi extra-UE
In base alle statistiche di Federacciai, nel primo semestre del 2010, l’Italia ha importato dai paesi extra-Unione Europea (UE-27) 4,17 milioni di tonnellate di acciaio, con un incremento del 38,1% su base annua. L’export verso tali paesi ha invece raggiunto 2,65 milioni di tonnellate (+20,4%).
Nello specifico, l’import di prodotti semilavorati ha totalizzato 1,77 milioni di tonnellate (+66,6% annuo), quello di prodotti lunghi 308.000 di tonnellate (+21,3%), quello di prodotti piani 1,88 milioni di tonnellate (+28%), quello di prodotti di 1ª trasformazione 169.000 tonnellate (-12%) e quello di prodotti di 2ª trasformazione 44.000 tonnellate (+2,3%). Le rispettive esportazioni si sono attestate a 257.000 tonnellate (+90,4%), 677.000 tonnellate (-20,3%), un milione di tonnellate (+83,7%), 615.000 tonnellate (+6%) e 96.000 tonnellate (+7,9%).
Italia: +32% annuo per l’import di acciaio tra gennaio e maggio 2010
Secondo i dati di Federacciai, nei primi 5 mesi del 2010 l’Italia ha importato in totale 7,01 milioni di tonnellate di acciaio, con un incremento del 32% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, a fronte di un export pari a 6,57 milioni di tonnellate (+27,5%).
Si rammenta però quanto il confronto con il 2009 non sia statisticamente esatto laddove sono il biennio 2008 e il 2007 dei corretti indicatori di tendenza.
Proseguendo nell’analisi del rapporto della Federacciai, l’import italiano di prodotti semilavorati ha totalizzato 1,67 milioni di tonnellate (+44,9% su base annua), quello di lunghi 924.000 tonnellate (+34,7%) e quello di piani 3,87 milioni di tonnellate (+31,5%), quello di prodotti di 1ª trasformazione 451.000 tonnellate (+0,2%) e quello di prodotti di 2ª trasformazione 93.000 tonnellate (+17,7%). Le rispettive esportazioni si sono attestate a 440.000 tonnellate (+126,8%), 1,4 milioni di tonnellate (-1,6%) e 2,72 milioni di tonnellate (+44,9%), 1,87 milioni di tonnellate (+22,2%) e 143.000 di tonnellate (+9,2%).
USA: denunciata una presunta violazione delle norme AD sull’import di grucce
Il Dipartimento statunitense del Commercio (DOC) ha comunicato a fine luglio l’apertura di un’indagine relativa a una presunta violazione delle normative antidumping (AD) per le importazioni di grucce dal Vietnam.
L’inchiesta è stata aperta su denuncia del produttore locale M&B Metal Products Co. Inc. il quale ha sostenuto che competitor cinesi (Angang Clothes Rack Manufacture Co., Ltd., e Quyky Yanglei International Co.) si siano serviti di società vietnamite con sede in Cina (Shaoxing Gangyuan Metal Manufactured Co., Ltd., Shanghai Ruishan Metal Products Co. e Taizhou Hongda Metal Products Co., Ltd) per evadere il pagamento dei dazi sulla commercializzazione delle grucce negli USA.
Il DOC, dopo aver consultato le parti interessate, redigerà un piano per raccogliere testimonianze e informazioni in merito al caso. Le autorità intendono chiudere le indagini entro 300 giorni.
I prodotti, a cui la procedura amministrativa in questione fa riferimento, sono registrati nell’Harmonized Tariff Schedule of the United States (HTSUS) mediante i codici:7326.20.0020 e 7323.99.9060.
USA: la tendenza dei prezzi della lamiera rispetto i prodotti piani (considerazioni di fondo)
Sebbene in luglio e agosto sul mercato statunitense siano state registrate significative flessioni per le quotazioni della maggior parte dei piani, i prezzi spot della lamiera, che attualmente si attestano per lo più tra gli 840 e i 880 dollari la tonnellata franco produttore Midwest, hanno mostrato una tendenza comunque negativa, ma non come l’intero comparto, limitandosi agli 11 dollari per tonnellata in meno in media. La maggiore preoccupazione di chi compra e di chi vende lamiera è data dalla sovrapproduzione di coil laminati a caldo (HRC) come già affermato in questo rapporto.
Ad ogni modo, la fiacca domanda degli utilizzatori finali e il calo dello 0,4% mensile del settore manifatturiero registrato a maggio dalla Federal Reserve confermano quanto la fantomatica ripresa economica sia non solo incerta, ma in dubbio. Un’ulteriore conferma alla tendenza negativa per il futuro, risiede nel comportamento dei compratori, che stanno continuando ad acquistare quantitativi inferiori rispetto alle necessità, in quanto temono che i prezzi possano diminuire ulteriormente provocando quella “rottura del mercato”.Sostanzialmente si tratta del non incontro tra consumatori e i commercianti provocando l’invenduto.
India: in flessione i prezzi dei tubi saldati
Negli ultimi 2 mesi il mercato indiano dei tubi saldati in acciaio è stato influenzato negativamente da due fattori: una debole domanda e da elevati livelli di scorte. Così le quotazioni dei tubi elettrosaldati (ERW) sono diminuite sino a un massimo di 20-25 dollari la tonnellata, mentre quelle degli ERW neri sono rimaste sostanzialmente stabili. Nel frattempo i fornitori indiani hanno incrementato di 20-30 dollari la tonnellata le quotazioni export dei tubi saldati in acciaio, per il miglioramento dei mercati internazionali. Nel complesso in India si respira ottimismo e in molti ritengono, che nel prossimo periodo, le quotazioni dei tubi saldati in acciaio, potrebbero far registrare un’inversione di tendenza. I tubifici locali si aspettano infatti che durante l’anno fiscale in corso, le quotazioni dei tubi saldati in acciaio faranno registrare un netto aumento grazie alla ripresa economica del paese, all’aumento dei lavori per le infrastrutture e alle buone performance dell’automotive. Si prevede che nel biennio 2010-2011 sul mercato indiano i prezzi dei prodotti in questione cresceranno significativamente, sia per un complessivo miglioramento delle condizioni economiche, sia per l’incremento dei costi di produzione.
Attualmente, sul mercato locale i prezzi dei tubi ERW neri da 2″-6″ a norma IS 1239 o BS 1387 si attestano in una fascia di oscillazione tra i 700 e i 765 dollari la tonnellata franco produttore, tasse escluse, mentre quelli degli ERW zincati da 1″-6″ conformi alla normativa BS 1387 gravitano attorno agli 830-870 franco produttore.
Sull’export i fornitori indiani stanno offrendo gli ERW da 1″-6″ conformi alla normativa BS 1387 o alla IS 1239 intorno ai 750-800 dollari la tonnellata FOB e gli ERW zincati da 1″-6″ a norma BS 1387 tra gli 850 ed i 900 dollari la tonnellata FOB.
In Europa a maggio +2,7% mensile per l’indice sui nuovi ordinativi industriali
In base a un comunicato rilasciato da Eurostat a fine luglio, in maggio l’indice dei nuovi ordinativi industriali dell’Europa a 27 ha registrato un aumento dell’2,7% rispetto al mese precedente e del 20,1% in confronto allo stesso periodo del 2009. Se non si tengono in considerazione i dati relativi agli ordinativi di attrezzature per i settori navale, ferroviario e aerospaziale, per i quali sono state rilevate variazioni più marcate, a maggio l’indice è cresciuto del 2,7% su base mensile e del 22% su base annua.
Acciai Speciali Terni: nuovo laminatoio per acciai speciali
La società italiana Acciai Speciali Terni, controllata del colosso siderurgico tedesco ThyssenKrupp, ha avviato la produzione di acciai speciali presso il nuovo impianto di laminazione “S-6-high”. L’innovativa tecnologia – utilizzata da poche altre acciaierie nel mondo – consente di combinare vari processi di lavorazione, con grossi vantaggi in termini di efficienza produttiva.
Eurometal: nuovo gruppo di studio sul commercio dell’acciaio
La presidenza di Eurometal (l’associazione europea dei distributori di acciaio e metalli) ha deciso di costituire un nuovo gruppo di studio – denominato Steel Trade Study Group (STSG) – che si occuperà delle questioni inerenti al commercio dei prodotti siderurgici. Il primo meeting di STSG si terrà il prossimo 21 ottobre a Düsseldorf, in Germania.
Ori Martin: avendo sofferto vendite dimezzate nel 2009 ora punta sull’innovazione
Il gruppo siderurgico Ori Martin, leader nella produzione di tondo per cemento armato (nello stabilimento laziale di Ceprano) e acciai speciali per l’automotive (nella sede principale di Brescia) ha diffuso i risultati dell’esercizio 2009: il fatturato è passato da 444,1 a 212,7 milioni di euro, a fronte di un utile netto pari a 4,6 milioni (19,9 milioni nel 2008); l’EBITDA si è attestato a 17 milioni contro i 44,3 milioni dell’anno precedente. Nel periodo in questione, Ori Martin ha sfornato 384.000 tonnellate di acciaio grezzo, producendo 388.000 tonnellate di acciai finiti (di cui 111.000 di tondo). Malgrado gli effetti della crisi, l’azienda ha inoltre dato seguito al piano di ammodernamento delle strutture produttive, investendo circa 30 milioni di euro. In particolare, è stato introdotto un nuovo impianto di colata continua a 5 linee fornito da Danieli. “Il settore dell’automotive richiede acciai speciali dalle prestazioni sempre più elevate – spiega il presidente Franco Polotti – e Ori Martin si è adeguata”.
Gli Stati Uniti stanno progressivamente chiudendo alla Cina
Yao Jian, portavoce del Ministero del Commercio della Cina, ha recentemente dichiarato che se il governo degli USA dovesse strumentalizzare a fini politici, la questione relativa agli investimenti su suolo americano, pianificati dal produttore siderurgico Angang, il governo di Pechino considererebbe tale atteggiamento alla stregua di un caso di protezionismo commerciale.
In effetti va rilevato come il mercato americano si stia progressivamente chiudendo alla Cina per recuperare quel 10% di disoccupazione, che sta destabilizzando l’attuale quadro politico nazionale, consentendo ai repubblicani di tornare in forze al Congresso e probabilmente alla Casa Bianca entro i prossimi 2 anni.
Nel primo semestre 2010 +11,15% per l’output di DRIstando ai dati provvisori rilasciati dalla World Steel Association, nel primo semestre 2010 la produzione globale di preridotto (DRI) ha totalizzato 28,81 milioni di tonnellate, con un aumento dell’11,15% rispetto al medesimo periodo dello scorso anno.
Nel solo mese di giugno l’output globale di preridotto si è attestato a 4,78 milioni di tonnellate, con un calo dell’1,67% su base mensile e un incremento del 9,21% in termini d’anno.
L’India rimane in testa alla classifica dei maggiori produttori di DRI, con un output che a giugno si è attestato a 1,67 milioni di tonnellate (-3,19% mensile e -1,77% annuo), seguita da Iran (820.000) e Arabia Saudita (462.000).
L’Unione Europea chiude le indagini sull’import di ganci in acciaio inox
In luglio è stata formalizzata la decisione di interrompere le indagini antidumping (AD) e countervailing (CVD) relative alle importazioni di ganci e altre componenti in acciaio inox prodotte in India e Malesia, in quanto l’European Industrial Fasteners Institute (associazione che rappresenta aziende che detengono più del 25% del mercato europeo dei prodotti in questione) ha formalmente ritirato la denuncia relativa alla presunta commercializzazione sottocosto degli articoli in questione, depositata il 30 giugno 2009.

COMMENTO ALL’ANDAMENTO DEI PRINCIPALI METALLI

ALLUMINIO
Studiando l’andamento grafico dell’alluminio degli ultimi mesi, questo appare decisamente riflessivo portandosi dai 2126 dollari la tonnellata dei primi di agosto ai 2040 di fine mese. Il punto ora è chiarire se la tendenza futura dell’alluminio si confermerà in calo su settembre e quindi l’autunno. Com’è tradizione di questo rapporto semilavorati di LAMIERA ogni proiezione non è studiata limitatamente al singolo metallo di base, ma osservando tutto il quadro macroeconomico. Ebbene, come è stato argomento finora non ci sono le prospettive nei prossimi mesi del 2010 per un rilancio complessivo della domanda, tale da permettere un rialzo dei prezzi delle materie prime. Se questo dovesse avvenire potrebbe essere quale causa indiretta: il deprezzamento del dollaro.
Concludendo, non sono prospettabili apprezzamenti di prezzo sull’alluminio come per l’intero LME se non per eventi speculativi (limitati nel tempo) o quale effetto di riallineamenti monetari. In termini di oscillazione si può pensare all’alluminio in una banda tra i 1.800 e i 2.100 dollari la tonnellata nel corso degli ultimi 4 mesi del 2010.

RAME
Il rame prosegue a essere vittima della speculazione, che colloca la sua quotazione di prezzo intorno ai 7.300 dollari la tonnellata. Non ci sono motivazioni effettive perché il suo prezzo sia ancora così alto, il che lascia prevedere “tonfi” repentini delle quotazioni, ponendo grandi problemi ai commercianti, che non saprebbero più a quale prezzo collocarlo sul mercato. Il trucco di far mancare il rame sul mercato per sostenerne il prezzo, è un’azione di corto respiro di cui si è abusato abbondantemente negli ultimi 18 mesi in particolare.
Comprare rame, dal punto di vista degli operatori di mercato, è da troppo tempo un’azione ad alto rischio speculativo e come la storia economica ci insegna, non può proseguire a durare nel tempo. Qualcuno al Congresso degli Stati Uniti quasi due anni fa disse: the party is over.
Il rame non può che tornare a un giusto rapporto tra prezzo ed effettivo impiego, che lo colloca tra i 2.500 e i 3.000 dollari la tonnellata. Se tutti possiamo essere in accordo su questi parametri il punto è il quando l’equilibrio verrà ristabilito.

PIOMBO
Il piombo ha iniziato la sua fase riflessiva che però non è considerata di lungo periodo ma limitata alle prossime settimane. Una quotazione credibile resta intorno ai 1.900/2.100 dollari per tonnellata. Non c’è da segnalare, su questo metallo di base, qualche rischio particolare nella gestione di magazzino da parte degli operatori.

NICHEL
Il nichel ha subito le più ampie oscillazioni in questi ultimi mesi crescendo troppo, ma arretrando anche in misure e valori molto ampi. In queste condizioni il nichel assume una pericolosità intrinseca nella gestione di magazzino, esponendo gli operatori a dei reali dissesti se dovessero immagazzinare quanto poi non è più vendibile. Un valore medio di oscillazione è credibile tra i 19.000 e i 21.000 dollari la tonnellata.

STAGNO
Lo stagno purtroppo è in forte crescita di prezzo mantenendosi intorno ai 21.000 dollari la tonnellata, il che è un valore anomalo benché ottenuto costantemente nel corso del tempo.
Il sospetto fondato è che la speculazione si stia spostando dal rame al più sicuro e meno sfruttato stagno, il che comunque pone problemi agli operatori dovendo fronteggiare un livello di prezzo non adeguato agli effettivi utilizzi della materia prima.
Nel futuro non è prevedibile una contrazione di prezzo sullo stagno.

ZINCO
Quanto indicato per lo stagno vale per lo zinco, anche se su una fascia di oscillazione molto più contenuta. Il prezzo di riferimento orientativo per il 2010 resta compreso nella fascia tra i 1900 e i 2.100 dollari la tonnellata. Non sono previste nei prossimi 4 mesi ampie modificazioni di quotazione sullo zinco.

You may also like