A 700 pagine sulle 1.400 del testo di Raimondo Luraghi, dedicato alla “Storia della guerra civile americana” edizione del 1966 rivisto nel 2008 e letto anche 200 pagine su 245 dallo stesso autore, “La guerra civile americana” edito nel 2012, edito da BUR Rizzoli, m’arruolerei nell’esercito sudista.
Quest’esercito ha perso la guerra? è vero, ma non si combatte solo per vincere, ma per concetti, valori e spunti ideali.
Ovviamente entrando nelle forze confederate apporterei con vigore:
- l’uso del fucile a canna rigata;
- la diffusione capillare del cannone a canna rigata in tutte le unità combattenti sudiste;
- il completamento delle unità navali sudiste a livello di corazzate, l’ampliamento di quelle da speronamento e l’inserimento massiccio di cannoniere per difendere il corso del fiume Mississippi;
- l’assoluto imperativo d’operare sulla difensiva fortificata, al posto dell’assalto secondo i dettami Napoleonici. Ne consegue attendere e falciare le forze unioniste anzichè il contrario com’è invece accaduto!
- imporre al Presidente Davis la trattativa a oltranza con il Presidente Lincoln e la definizione di un alto comando sudista unico per tutto il fronte;
- la formazione di uno Stato Maggiore sin dal livello divisionale a salire come ordine e grado delle Unità.
Con queste varianti è probabile che il Sud avrebbe vinto.
Non mi sono mai trovato “dalla parte del Sud”, da tutta la vita mi sento nordista fino al midollo e forse lo sono ancora, trasportando al Sud concetti operativi e attitudini nordiste.
Ovviamente la storia non è fatta di se e ma.
Sicuramente non è nell’intenzione dell’autore che un suo lettore si sentisse di parteggiare per i confederati anzichè il nord, ma questi sono gli effetti dei suoi due libri.
A 700 pagine studiate (metà dell’opera) tutto è possibile e quindi anche il rovescio delle posizioni per quanto appare difficile.
L’autore contrappone il sud agricolo e di nobile povertà al nord democratico, industriale e ricco, ponendo in totale disinteresse la vicenda negri si/negri no. In effetti la questione razziale è servita solo come cortina fumogena per motivare uno scontro che aveva altre motivazioni: la nascita di uno stato accentrato.
Sulle reali dinamiche dello scontro è necessario un approfondimento.