Home SOCIOLOGIA Italiani individualisti chissà il perchè. Prof Carlini studi.

Italiani individualisti chissà il perchè. Prof Carlini studi.

by Giovanni Carlini
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Ragionando con un professore di storia americana capendo gli italiani

Italiani e senso storico.

Italiani analizzati con benevole lente d’ingrandimento qui in Apple Valley (California). Il ragionamento è sull’America e l’Italia con un professore di storia americana, appassionato di guerra civile americana. Si rammenta come la guerra civile negli Usa si sia sviluppata dal 12 aprile 1861 al 9 aprile 1865. Nel confronto emergono delle considerazioni di grande importanza ed originalità.

Con gran fervore, il professore americano racconta che la guerra civile in America, ha toccato ogni famiglia sia come privazioni che in termini di valori (condivisi o meno). E’ stata una guerra sulle, intorno, e per le idee.

Subito mi affretto a risponde che la guerra civile americana (da noi in Europa chiamata di seccessione) è paragonabile al Risorgimento italiano, ma nel farlo sono costretto a fermarmi.

Mi sono fermato perché il Risorgimento non è stato un movimento di popolo, ma solo di pochi eletti, degli intellettuali d’allora e di quelli, sono di una parte ovvero i più giovani. In pratica il Risorgimento fu un evento di élite, mentre la guerra civile americana ha toccato tutto e tutti in forme ancor oggi visibili. Da un ragionamento di questo tipo nascono delle riflessioni sul popolo italiano e sul suo comportamento di questi ultimi anni.

Conseguenze sull’Italia

Aver costruito il nostro Paese quale effetto di una ristretta cerchia di ragazzotti, quasi fosse una bravata, con il bisogno d’espansione del Piemonte (o si allargava o sarebbe morto) spiega molto del nostro paese e dell’atteggiamento poco collaborativo (irascibile) degli italiani tra di loro e verso ogni cosa, compreso lo Stato e la Società. Gli italiani sono persone nervose che si arrabbiamo facilmente.

Nel momento in cui al Risorgimento italiano come evento di pochi, si dovesse sommare l’interventismo nella prima guerra mondiale (secondo risorgimento italiano) nei termini di un esito di facinorosi, giovanissimi intellettuali del periodo, malati di noia alla ricerca di emozioni gli effetti sul comportamento degli italiani inizia a rendersi più chiaro. A questi fatti, considerando la guerra di liberazione, tesa a sradicare lo Stato dalla sensibilità nazionale, anziché il solo regime fascista, per sostituire il tutto con i partiti, emerge un quadro sociologico della Nazione veramente critico per la compattezza e concordia nazionale. Ecco uno dei motivi per cui gli italiani litigano, abbiano ma non ragionano e convivono in pace tra loro: hanno incamerato una conflittualità strutturale nei loro comportamenti.

Conclusioni

L’Italia è spaccata oggi perché lo è sempre stata. Cosa si può fare per metterne insieme i pezzi? Tanto per cominciare chiarine la non lusinghiera origine in senso d’onesto spirito critico e poi avviare una politica di compattezza sociale, che è ovviamente inconciliabile con un fisco predatorio, un’immigrazione selvaggia, la disoccupazione giovanile al doppio di quella europea e infine, ma non ultimo, l’assenza di legittimità politica a un governo diretto da un soggetto non votato da nessuno in complicità, con una serie di attentati alla Costituzione, consumati dalla precedente Presidenza della Repubblica (l’On. Napolitano). Questo sono gli italiani del potere rei e responsabili di una cattiva gestione da giudicare almeno sul piano storico se non giudiziario. Le gravi fratture sociali appena elencate, compresa una scuola e una sanità che troppo spesso non funzionano, richiedono il varo di una politica di conciliazione nazionale ancora da definire in Parlamento, con il contributo di tutti gli italiani.

Auguriamoci buon lavoro.

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